M5S, da Cagliari un punto per Conte: revocato il “curatore speciale”

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Il tribunale di Cagliari ha revocato la nomina dell’avvocato Silvio Demurtas quale ‘curatore speciale’ dell’Associazione Movimento 5 Stelle, come si auguravano dal M5S, ma l’impasse giuridica dovuta all’assenza di un legale rappresentante del Movimento resta tutta. Demurtas è stato allontanato per “l’accertato travisamento” dei suoi compiti, perché aveva fatto richiesta al tribunale di autorizzarlo a farsi dare da Rousseau i dati degli iscritti, anche per – eventualmente – farli votare. Ciò significa che il raggio di azione del curatore legale resta quello del procedimento giudiziario per il quale è stato nominato, cioè la causa intentata da una consigliera regionale del Movimento contro la propria espulsione, Carla Cuccu.

“Questo fa fuori completamente la partita di Cagliari dalla vicenda Rousseau”, è il ragionamento che si fa dentro il Movimento. Ma dall’associazione milanese in rotta di collisione col M5S si fa notare che il problema principale resta tutto: Vito Crimi non è più il legale rappresentante dei 5 Stelle e quindi tutto resta come prima. Un vicolo cieco, un guazzabuglio giuridico dal quale ormai sembra sempre più complicato uscirne fuori: per avere un rappresentante il M5S deve o cambiare Statuto o votare il direttorio, ma per fare entrambe le cose deve passare prima da Rousseau, o perlomeno dai propri iscritti, i cui dati sono in mano a Rousseau. E Rousseau, dice Davide Casaleggio, consegnerà i dati in questione solo ad un legale rappresentante. Insomma, serve un accordo tra le parti oppure andare ad una guerra in tribunale che però rischia di prolungarsi per mesi, se non anni.

M5S-Casaleggio, la lite continua. Il Movimento: “Illegittimo che Rousseau non dia i dati degli iscritti, ne risponda in Tribunale”

Giuseppe Conte non ha tutto questo tempo e la sua leadership informale per diventare effettiva ha bisogno di una legittimazione anche statutaria. Rousseau però chiede al M5S di saldare i propri debiti, che secondo Casaleggio ammontano a circa 450 mila euro. Un’altra ipotesi è che a questo punto Conte decida di mollare al proprio destino il guscio M5S e fondare una cosa nuova daccapo, ma pure in tal caso le controindicazioni non sono poche. In primis, il rischio di vedere simbolo (e storia) del Movimento in mano a qualcun altro.

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