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Ma che c’entra il riconoscimento facciale con la distanza fra tifosi allo stadio?

Probabilmente ho capito male. Del resto la spiegazione non è stata chiarissima. Ma questa storia della riapertura del calcio, a giugno, per gli Europei, suona sinistra assai. E non mi riferisco alla polemica – sacrosanta – sul perché il calcio sì e il teatro e la musica no. Mi riferisco a come dovrebbe avvenire il ritorno di un numero contingentato di tifosi (circa 15 mila) allo stadio Olimpico. Dove, durante questi mesi di pandemia, sono stati portati a termine importanti lavori per renderlo “smart”. Che vuol dire? Che sono state installate circa 60 telecamere non per riprendere i giocatori ma gli spettatori. Sono dotate di termo scanner, è stato detto con tono giulivo, così sarà possibile misurare le temperatura dei tifosi non solo all’ingresso ma durante tutta la partita a loro insaputa: hai visto mai che dopo un gol a uno venga un attacco di calore. Ma il fiore all’occhiello, è stato aggiunto, come se ci fosse un fiore, è l’uso dell’intelligenza artificiale, ovvero di un algoritmo nato per il riconoscimento facciale che permetterà di controllare in tutto l’impianto il distanziamento fra i tifosi. Appena si riduce il metro e mezzo di distanza, scatta un’allerta. Geniale. Solo che uno si chiede perché sia necessario dotarsi di un software di riconoscimento facciale per misurare la distanza fra due persone, a che serva registrare il volto, individuarlo, riconoscerlo. Schedarlo. 

Questo tipo di domande se le fanno da un paio di anni in tutti i grandi paesi democratici del mondo: siamo sicuri di volere ovunque sistemi di riconoscimento facciale? Decine di ricerche dimostrano che gli algoritmi su cui sono costruiti fanno moltissimi errori che penalizzano spesso minoranze etniche e donne; e sono sempre più frequenti i casi di persone arrestate sulla base delle conclusioni sbagliate di questi software. In molte città americane è stata approvata una moratoria, una pausa di riflessione, e diverse aziende di Silicon Valley hanno aderito: pensiamoci meglio, verifichiamo meglio, c’è in gioco la dignità e la vita delle persone. E in Italia? Non se ne parla. Sembra un argomento tabù, sebbene questi sistemi siano in uso da parte delle forze dell’ordine: quanto spesso? da quando? con quali risultati? Impossibile saperlo. Qualche giorno fa il deputato del Pd Filippo Sensi ha presentato una proposta di legge che chiede di varare anche qui una moratoria. Vedremo se andrà avanti. Ma intanto siamo sicuri di voler introdurre una schedatura di tutti i tifosi con la scusa di misurar loro la temperatura per via del Covid? Il distanziamento sociale non richiede il riconoscimento facciale. E poi: il torneo di giugno si chiama Europeo non Cinese. Siamo la patria del diritto e dei diritti, non dimentichiamolo mai. 



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