Madia-Serracchiani, per il vertice Pd i gruppi sono autonomi. “Ma il confronto rimanga nei binari della correttezza”

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Enrico Letta non commenta direttamente gli ultimi sviluppi dello scontro Madia-Serracchiani, perchè – dicono al Nazareno –  si tratta di dinamiche che devono essere lasciate all’autonomia dei gruppi. Il segretario dem tenta così di chiudere la strada alle polemiche sulla scelta del nuovo capogruppo alla Camera. Il voto a Montecitorio sarà martedì: tra 48 ore, dunque, i deputati del Pd dovranno scegliere chi prenderà il posto di Graziano Delrio. Come auspicato da Letta, in lizza per l’incarico ci sono due donne: Debora Serracchiani, attuale presidente della commissione Lavoro, e Marianna Madia. Proprio ieri l’ex ministra dem ha scritto una lunga lettera dal tono del j’accuse, in cui ha puntato il dito contro Delrio responsabile, a suo dire, di sponsorizzare l’elezione di Serracchiani attraverso un accordo tra correnti. Accuse che l’attuale capogruppo dem a Montecitorio ha rispedito al mittente, mentre Serracchiani ha rinvendicato la sua autonomia.

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Il Nazareno: i gruppi sono autonomi

Ma dal Nazareno cercano oggi di abbassare i toni della sfida. Il segretario auspica che il confronto rimanga nei binari della correttezza e ribadisce l’autonomia dei gruppi nella scelta. L’approccio della dirigenza del Pd dunque resta lo stesso: c’è una competizione aperta, e questo può essere salutare – si osserva –  perché non avviene in modo strisciante e fuori da un confronto aperto. Certo in questa fase in cui tutti i militanti sono impegnati in centinaia di assemblee di circolo per discutere di contenuti – fanno notare ancora dal Pd – il fatto che a Roma si riproduca uno  spettacolo di divisione che riconduce alle correnti induce a pensare che occorra chiudere al più presto la partita delle nomine.

Cuppi: “Non prevalgano le correnti”

Sulla sfida Madia-Serracchiani interviene anche la presidente del Pd, Valentina Cuppi. “Sono certa – dice – che le deputate e i deputati  sapranno scegliere per il meglio e che le donne in particolare sapranno confrontarsi serenamente e battersi affinché non prevalga alcuna logica correntizia, che con fermezza abbiamo affermato di voler combattere come donne democratiche, insieme”. Un appello quindi alle correnti del partito (la candidatura di Madia ha il placet di Base riformista), affinchè la sfida non si trasformi in un nuovo scontro. “Letta- prosegue la presidente del Pd – ha spinto in questa direzione nel pieno rispetto dell’autonomia dei gruppi parlamentari. Sappiamo che c’è bisogno di rigenerare il partito, bisogna saper farlo a partire da questi primi passi concreti, facendo valere la ricchezza del pluralismo, la competenza e il valore delle donne che fanno parte del gruppo alla Camera”.

Pollastrini: “Madia e Serracchiani spieghino le loro proposte”

Intanto, il dialogo tra i deputati del Pd e le candidate all’incarico di capogruppo a Montecitorio va avanti a colpi di lettere. A impugnare carta e penna è stata oggi la dem Barbara Pollastrini, che non nega i dissidi interni al partito. “Non mi è difficile intuire – scrive – quanto il nostro gruppo sia attraversato da qualcosa che si definiva pudicamente disagio, sempre le incomprensioni e le tensioni lasciano segni brucianti”. Per questo, martedì in occasione del voto sul capogruppo, dice Pollastrini, “serviranno profondo rispetto, una nuova reciprocità e limpidezza. Ho compagne e compagni di banco preziosi – aggiunge – e di Del Rio una sincera considerazione. Il segretario ha prodotto una scossa forte. Ed Enrico stesso la definisce una premessa, una precondizione”. Quindi, continua Pollastrini, “dico in punta di piedi a Marianna e Debora e ognuna, ognuno di noi dopo l’albero scosso e qualche ferita, vediamo come immetterci nella faticosa battaglia per cambiare le logiche e l’agenda del potere, perché di potere si può anche morire”.

Un appello che Madia non lascia cadere nel vuoto. “Ringrazio Barbara per le sue sapienti parole che mi portano a ulteriori riflessioni e per il suo invito al dialogo e alla limpidezza”, scrive l’ex ministra dem. Che poi però replica a quanto dichiarato ieri da Serracchiani: “Vorrei solo dire a Debora che mai ho parlato di mancanza di autonomia. Non l’ho mai detto, mai scritto, mai neanche pensato”.

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