Si dissolve nella notte di Manchester l’unico titolo mondiale detenuto dall’Italia della boxe. Michael Magnesi perde la sua imbattibilità dopo 21 vittorie e lascia la sua cintura iridata dei superpiuma, versione Ibo, nelle mani del britannico Anthony Cacace dopo un match poco spettacolare e di interpretazione problematica. Lo dimostrano i verdetti contrastanti dei giudici: uno ha visto 116-112 per Magnesi, stesso punteggio ma a parti invertite per il secondo, il terzo invece ha assegnato un improbabile 117-111 al britannico.
A nostro avviso, pur avendo rilevato una maggiore attività del pugile laziale, il verdetto non è uno scandalo. Nella boxe il fattore campo esiste, e di fronte ad una platea di 20.000 spettatori che tifavano tutti o quasi per il suo avversario, Magnesi avrebbe dovuto fare di più. Esiste anche l’argomento a contrario: di solito per strappare la cintura al campione l’affermazione deve essere più netta, e Cacace non ha fatto granché.
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Match così così. Cacace, 10 centimetri più alto (178 a 168), ha subito cercato colpi lunghi, anche sotto forma di montante, creando nelle prime battute qualche problema a Magnesi. Il laziale dal terzo round ha iniziato a trovare il bandolo della matassa, iniziando una pressione costante. Cacace l’ha sofferta, legando spesso e volentieri quando cosrtetto alla cortissima distanza. Frangenti in cui l’arbitro non si è dimostrato all’altezza, agevolando la scelta tattica dello sfidante e pregiudicando la fluidità delle azioni.
Nella quinta ripresa i colpi di Magnesi hanno segnato l’arcata sopraccigliare del pugile di casa. Italiano migliore anche nel sesto e nel settimo round, quando un sinistro ha scosso il pugile di Belfast. Magnesi dal canto suo ha avuto un solo momento di una certa difficoltà nell’ottavo tempo, quando si è fatto sorprendere da un paio di colpi dritti che hanno dato uno sprint – soprattutto psicologico – al britannico per il finale.
L’ultimo terzo di match Magnesi lo ha sempre condotto in attacco ma non ha mai cambiato ritmo. Il suo avversario ha badato a non correre grossi rischi (il laziale aveva vinto prima del limite gli ultimi 8 match) e alla fine ha avuto ragione. In conclusione, se il match si fosse disputato a fattore campo invertito, probabilmente Magnesi l’avrebbe spuntata. Ma si combatteva a Manchester. E l’Italia si ritrova senza titoli…
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