Sono circa 1.200 bambini rastafariani che potranno tornare nelle scuole statali del Malawi grazie a una decisione storica dell’Alta Corte del Paese. Dopo dieci anni in cui erano stati esclusi dal sistema scolastico per colpa dei loro capelli, gli alunni africani rientreranno in 7 mila istituti nel corso del prossimo mese.
Il tribunale si è pronunciato su una petizione presentata per conto di due rastafariani a cui era stata negata l’ammissione alle scuole pubbliche nel 2010 e nel 2016. Lunedì 15 maggio il giudice della Corte, Nzione Ntaba, ha esposto la sentenza che ordina al “ministero dell’Istruzione di emettere una dichiarazione per consentire a tutti i bambini della comunità rastafariana di entrare in classe entro il 30 giugno”.
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L’esclusione dei bambini con i dreadlocks, motivata come necessaria per assicurare una corretta igiene degli alunni e della struttura, è stata definita incostituzionale. La richiesta del ministero dell’Istruzione di tagliare i capelli ai bambini appartenenti alla minoranza dei rastafariani sarebbe discriminatoria, nonché una violazione del diritto all’istruzione dei minori.
Il rastafarianesimo è una religione abramitica sviluppatasi in Giamaica negli anni Trenta, basata su alcuni principi della Bibbia e contro il colonialismo occidentale. Le famiglie che, per consentire ai figli di istruirsi, hanno scelto di tagliare loro i capelli – pratica considerata anatema per chi crede in questo culto – hanno accettato di compiere un grande sacrificio.
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Partendo dalla denuncia presentata dai due bambini nel 2010 e 2016, poi riammessi sui banchi di scuola, il caso è stato sollevato da tre organizzazioni per i diritti umani, che hanno ampliato la richiesta a tutta la comunità rastafariana del Paese.
La sentenza del tribunale è un successo per la minoranza. Molti dei suoi membri hanno cominciato a chiedere un risarcimento al governo per l’esclusione dei loro figli da scuola, sottolineando l’enorme danno subito da questi bambini. Tra le richieste c’è anche quella di istituire programmi professionali e fondi per aiutare i giovani che sono rimasti emarginati dal percorso scolastico a recuperare gli anni perduti.
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