Maltempo in Veneto, preoccupa la piena dell’Adige. Zaia: “State lontani dai fiumi”. Ancora due dispersi

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Raffiche di vento fino ai 130 chilometri orari, 160 millimetri di pioggia già caduti e le paratoie del Mose sollevate per salvare Venezia. Continua a preoccupare il bilancio del Veneto frustato dalla tempesta Ciaran. “La situazione è complicata, la regione è martoriata”, spiega il presidente della Regione Luca Zaia. “Abbiamo località con frane e smottamenti sulle strade. C’è preoccupazione per i grandi fiumi, dall’Adige a Verona, al Bacchiglione, Brenta, Livenza e Tagliamento. Stiamo monitorando. Invito ai cittadini di non avvicinarsi ai fiumi: il vero pericolo sono gli sfondamenti arginali. Evitare anche scantinati e zone prospicenti i corsi d’acqua”.

Le province più colpite sono quelle di Belluno, Treviso, Vicenza e Verona, dove sono state chiuse tutte le scuole di ordine e grado. Ci sono già anche due dispersi: il primo è un quarantenne di Mozzecane (Verona) che mercoledì non ha mai fatto rientro a casa dopo un giro sui Monti Lessini; Il secondo è un vigile del fuoco che, fuori servizio, stava aiutando il padre a sistemare dei sacchi di sabbia lungo la sponda di un torrente tra Puos d’Alpago e Bastia (Belluno). Le ricerche sono proseguite tutta la notte ma hanno dato, al momento, esito negativo. A breve saranno impiegati anche dei droni e, tempo meteo permettendo, ci sarà il supporto aereo del nucleo elicotteri di Venezia. “In mattinata gli specialisti speleo alpini fluviali dei vigili del fuoco risaliranno le sponde del corso d’acqua, con punti di controllo plurimi”, specifica la direzione veneta dei pompieri. Gommoni e moto d’acqua saranno impiegati nel lago di Santa Croce. Sul posto anche i sommozzatori, vigili del fuoco volontari, e personale del soccorso alpino. Ma se le precipitazioni sembrano destinate a esaurirsi ciò che preoccupa è l’onda di piena dell’Adige, attesa verso metà mattinata a Trento e a seguire a Verona. La sala operativa della Regione Veneto ha autorizzato tutti i bacini di laminazione realizzati dopo l’alluvione del 2010 e questo, fino a questo momento, ha evitato allagamenti in ampie zone della Regione.
L’allarme rosso è scattato ieri e continuerà fino alla prossima mezzanotte nei bacini idrografici dell’Alto Piave, del Piave Pedemontano, dell’Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, dell’Adige Garda e dei monti Lessini.

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