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Mancini: “Non voglio cattivi pensieri, l’Italia è abituata alla pressione. Ma niente ansia”

BELFAST – Non è tempo di pretattica: bisogna vincere e basta. E segnare il più possibile. Sullo sfondo del prato di Windsor Park Mancini detta la linea: non è il caso di tendere troppo l’orecchio al risultato di Svizzera-Bulgaria, ma di concentrarsi sull’Irlanda del nord: “Non dobbiamo avere cattivi pensieri. Agli esami di riparazione di marzo ora non pensiamo. La storia del 1958 la conosco, ma non sono andato a riguardarla, spero che non ci sia bisogno di tornare tanto indietro. Dobbiamo battere una squadra che in casa non perde e non subisce gol. Non dobbiamo avere cattivi pensieri. Siamo l’Italia, siamo abituati alle pressioni”. Berardi e Tonali, che entrando nella ripresa a Roma con la Svizzera hanno alzato il ritmo, hanno entrambi possibilità di giocare dall’inizio: “Con la Svizzera sono entrati bene. Barella? Sta bene e giocherà ancora meglio”.

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“Palla a terra e giocate in velocità”

La tattica, contro una difesa molto fisica, sembra abbastanza obbligata: “Non useremo le palle alte, no, cercheremo di giocare in velocità, palla a terra”. La formula d’attacco non viene rivelata – tridente leggero o punta centrale con Scamacca o Belotti – perché non è questa, dice il ct, la variabile più importante: “Non conta la tipologia dei giocatori d’attacco, ma il modo in cui ci muoveremo sul campo. L’unico attaccante di grande fisicità che abbiamo qui è solo Scamacca, dobbiamo essere veloci e giocare rasoterra”. La mentalità sarà fondamentale: “Tutto quello che stiamo facendo da tre anni è stato impensabile, nessuno ci credeva. Questa difficoltà in cui ci troviamo oggi non l’avevamo ancora incontrata: è un momento delicato, ma i ragazzi devono giocare con la massima tranquillità. L’ansia con la Svizzera l’abbiamo avuta solo dopo il loro gol. Ma questa è l’ultima partita, non è che dobbiamo fare tanti pensieri e parole. Non sarò semplice giocare contro i nordirlandesi, che difendono in tanti e bene”.

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Bonucci: “Ritrovare la spensieratezza dell’Europeo”

Il capitano Bonucci, tra i più solleciti nell’incoraggiare Jorginho dopo l’errore dal dischetto, non conferma di essere il candidato a sostituirlo, nel caso: “Il mio pensiero era semplicemente di abbracciarlo: ha tirato tantissimi rigori, in partite altrettanto importanti. Non sarò io il rigorista, vedremo se e quando sarà il caso”. Il rischio di un regresso e di un’involuzione, dopo il titolo europeo, va certamente scongiurato: “Dentro di noi, nel gruppo, non so se inconsciamente ci sia stato qualcosa di diverso dopo l’Europeo, comunque dobbiamo ritrovare quell’equilibrio, quella spensieratezza, quel senso del gruppo: qui dovrà venire fuori all’ennesima potenza”. 

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