Måneskin, dopo il concerto a Central Park sotto il palco a ballare i Metallica

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NEW YORK – I Metallica sono scatenati sul palco di Central Park, dove stanno chiudendo la decima edizione del ‘Global Citizen Festival’. La loro energia non dimostra minimamente i quarant’anni di esistenza della band guidata da James Hetfield e Lars Ulrich, mentre i fan saltano e ballano sul prato dove hanno suonato e cantato tutti i grandi musicisti contemporanei del pianeta Terra, da Pavarotti e Bruce Springsteen, da Simon & Garfunkel a Elton John e Barbra Streisand.

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Tra la folla ci sono due ragazzi particolarmente eccitati, che si stanno divertendo da matti. Una biondina con canottiera nera e un tipo alto con pantaloni rossi e giacca viola. Saltano, ballano, fanno a spallate, gesticolano con le mani e mostrano il segno d’amore delle tre dita. Una ragazzina di tredicenne li fissa, si stropiccia gli occhi, e poi dice incredula e sicura: “Sì, sono proprio loro. I Måneskin, quelli che stavano sul palco un momento fa”. Ha ragione. Sono Victoria De Angelis e Thomas Raggi, che insieme a Damiano e Ethan hanno appena ricevuto la standing ovation di Central Park, impazzita per Beggin e tutto il resto. Una giornalista che li stava ascoltando si è messa a urlare senza pudore “I Wanna Be Your Slave, I Wanna Be Your Slave!”, voglio essere la vostra schiava! Poi, rendendosi conto degli sguardi perplessi dei colleghi, ha sentito la necessità di chiarire: “What?, cosa volete? E’ il titolo di una canzone…”.

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Finita la performance, invece di scappare come le star, concedendo magari qualche selfie altezzoso ai fan adulanti, Victoria e Thomas non resistono alla tentazione di tornare sul prato come due spettatori qualsiasi, mescolandosi alla gente per godersi la fine del concerto. La tredicenne fissa la bassista e dice: “Mi chiamo Victoria, come te. La facciamo una foto?”. Certo, come due ragazzine in gita. Thomas si avvicina e commenta: “è stato molto bello, ci siamo divertiti un sacco. Siamo super contenti”. Si vede, da come state saltando per i Metallica: “Sono pazzeschi loro, la mia band preferita di sempre”. Però Central Park è impazzita pure per voi: “Sì, sì, sì, eravamo super contenti. E’ stata una grande occasione”.

Inutile scendere nei dettagli sociali e politici della loro presenza qui, perché il fatto di esserci parla da solo. Global Citizen è un’organizzazione che da dieci anni spinge governi, aziende private e filantropi ad agire in maniera concreta soprattutto su tre questioni: cancellare la fame nel mondo, proteggere il Pianeta dal punto di vista ambientale, e mettere fine alle discriminazioni di genere. Sembra il manifesto dei Måneskin, aggiungendoci magari anche il fatto di aver pubblicamente mandato Vladimir Putin a quel paese per l’invasione dell’Ucraina. Nel corso del tempo, secondo il loro comunicato, Global Citizen ha raccolto oltre 41 miliardi di dollari distribuiti alle ngo, per compiere 30,4 milioni di azioni che hanno beneficiato 1,15 miliardi di persone.

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Quest’anno l’obiettivo, tra il concerto sul Great Lawn di Central Park e quello nella Black Star Square di Accra, in Ghana, è completare il finanziamento annuale da 10 miliardi di dollari per realizzare le promesse dell’Accordo di Parigi sul clima, 600 milioni per aiutare donne e ragazze a realizzare le loro vite, 500 milioni per sostenere gli agricoltori africani colpiti dalla crisi alimentare provocata dall’invasione di Putin in Ucraina, e trasferire subito 100 milioni degli Special Drawing Rights dell’Fmi.

I Måneskin hanno accettato di dare una mano, insieme ai Metallica, Jonas Brothers, Mariah Carey, Charlie Puth, sulla scia degli artisti che il Global Citizen Festival ha mobilitato nel corso degli anni con l’aiuto di Chris Martin, tipo Coldplay, Billie Eilish, Jennifer Lopez, Lizzo, Stevie Wonders, Rihanna, Beyonce, Ed Sheeran, Sting, Foo Fighters, eccetera. Qualcosa per tutti i gusti, con lo scopo di mobilitare per cause giuste un mondo sempre più distratto, se non apertamente ostile verso chi cerca di fare cose utili e sensate, indirizzando l’ormai vituperata globalizzazione per l’aiuto concreto degli esseri umani.

I Måneskin non fanno mistero di essere impegnati in questo senso, a partire dalla parità di genere, ma non solo. Lo fanno con il rock, perché come ha spiegato Damiano al New York Post “è quello che ci piace fare. È molto autentico e ci viene facile. È il nostro Dna”. E si vede, quando Victoria e Thomas non resistono alla tentazione di ballare la musica dei Metallica come due fan scatenati in mezzo al parco. È difficile prevedere fino a quando riusciranno a conservare questa freschezza e restare così veri, considerando il successo ormai planetario che stanno avendo, ma di sicuro è una parte fondamentale del loro successo.

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