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Manovra, Bonomi: Pos, prepensionamenti e flat tax “non prioritari”. Sul fisco “serve una riforma organica”

MILANO – Pos, contanti, prepensionamenti e flat tax. Il menu sul quale si è concentrato il dibattito della Manovra non è prioritario per le industrie del Paese. E’ quanto in sostanza dice il leader degli imprenditori, Carlo Bonomi, che prima si confronta con il leader del M5s, Giuseppe Conte, condividendo la “delusione” per la manovra (il resoconto dell’ex premier); poi dice la sua in prima persona, in una conferenza alla Stampa estera. E le bocciature fioccano su più punti, pur con la precisazione che “noi andiamo nel merito dei provvedimenti mai nella valutazione delle persone o dei partiti”.

Prepensionamenti e flat tax “non sono prioritari”

“Interventi su prepensionamenti e forfait per alcune categorie di contribuenti non credo siano in questo momento prioritari”, dice Bonomi. Questi provvedimenti “bruciano risorse e non creano Pil aggiuntivo”. “Sulla manovra ribadisco che auspichiamo che il governo si focalizzi sulla necessità di mettere le risorse su stimoli a investimenti”. Quattro sono gli interventi prioritari secondo il numero uno di Viale dell’Astronomia: “Il credito d’imposta al Sud, che non è un tema solo del Sud, le Zes che rappresentano uno strumento di politica industriale importante, la proroga di industria 4.0 e non iniziare il dècalage e infine gli stimoli sulla ricerca e sulle innovazioni”.

Confindustria e sindacati bocciano la manovra. Ed è scontro sul Pos

Pos? Concentrarsi su temi più importanti

“Sono tre giorni che si parla di Pos, penso che potremmo concentrarci su tematiche più importanti. Ritengo debbano essere a disposizione entrambe le modalità di pagamento. La diatriba tra una forma e l’altra francamente mi lascia indifferente”, così Bonomi liquida la questione dei pagamenti. Aggiungendo che “il tema dei pagamenti elettronici è un tema anche di Pnrr, comunque dovremmo farlo”.

Torna alla carica sul cuneo fiscale

Chiosando con un “no comment” la polemica governo-Bankitalia, con via Nazionale che ha criticato in audizione la manovra scatenando la reazione del sottosegretario Fazzolari, Bonomi torna a indicare la priorità della sua associazione: “Chiediamo un intervento forte sul cuneo fiscale, per i redditi bassi fino a 35 mila euro, da 16 miliardi che consentirebbe di mettere in tasca 1.200 euro, una mensilità in più strutturale. E’ un intervento da fare, necessario: flat tax e prepensionamenti non sono prioritari e non creano Pil aggiuntivo”. Sul fisco, “Confindustria è sempre stata molto chiara”: va visto come “una leva di competitività” e “non tutti gli interventi devono essere finalizzati al gettito. Auspichiamo ci sia una riforma complessiva, organica del fisco, perchè fare interventi solo su determinate categorie o argomenti non funziona”.

Ita e Ilva, le partite industriali

Bonomi dedica alcuni passaggi ad altri aspetti-simbolo dell’Italia Spa. Sull’Ilva si chiede: “Io credo che questo paese non si sia ancora dato una risposta: l’acciaio è fondamentale o no? Io dico di sì e se lo perdiamo facciamo un errore. Su acciaierie d’Italia noi rispettiamo l’autonomia di ogni azienda ma se è un modo per forzare alcune preoccupazioni ambientali è un errore. Intervenire è molto complesso – aggiunge – ci sono una serie di problemi stratificati nel tempo. Ci vorrebbero secondo me partner industriali che possano operare al meglio in una situazione chiara, anche giudiziaria. Spero che non si arrivi a una nazionalizzazione senza un piano per il futuro”. Su Ita “auspico che si arrivi alla vendita. Al momento è stata sospesa la procedura ma credo che si debba arrivare a una vendita”. E dice anche che “il Ponte sullo Stretto è una delle opere infrastrutturali importanti per il Paese. Non è un problema tecnico realizzarlo. Facciamo il Ponte e facciamo partire tutte le altre opere, in un progetto complessivo”.



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