Manovra, tutto fermo in Parlamento. Le opposizioni insorgono. Il Mef: “Se la Camera ritiene, ok senza modifiche”

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Slitta, ancora, alle 16:30 l’ufficio di presidenza della commissione Bilancio della Camera, dove si attende lo scatto finale per approvare la legge di Bilancio da consegnare entro domani alla Camera. Uno sprint che servirebbe per portare poi la manovra al Senato tra il 27 e il 29 dicembre, con la probabile questione di fiducia posta in entrambi i rami del Parlamento per scongiurare lo spauracchio di sforare l’ultimo dell’anno e cadere così nell’esercizio provvisorio.

Ma finora alla commissione Bilancio non si sono fatti passi avanti sull’approvazione degli emendamenti. Tanto che da fonti del Ministero dell’Economia arriva a filtrare una soluzione estrema: “Se il Parlamento ritenesse di non modificare la manovra, per il Mef il testo già approvato in Cdm va benissimo e sarà quello presentato in Aula e sul quale si porrà la fiducia, con l’eccezione della riformulazione sul Pos”, filtra alle agenzie di stampa.

Dopo la maratona serale e notturna, non si registrano infatti novità dalla commissione competente. Uno stallo che fa saltare le opposizioni. “Per noi la partita finisce qui”, ha detto il capogruppo del Terzo Polo in commissione, Luigi Marattin, lasciando i lavori insieme al capogruppo Matteo Richetti. “Fin quando si riunirà la commissione noi non parteciperemo più. Quando il provvedimento andrà in Aula “Siamo esattamente nelle condizioni nelle quali ci siamo lasciati alle 4 di stanotte, non ci sono i pareri, non ci sono le riformulazioni”, ha detto Richetti, mentre Carlo Calenda in conferenza stampa al Senato fa il punto: “Abbiamo tenuto nei confronti del Governo un atteggiamento costruttivo e responsabile. Il Governo ha deciso di non tenere conto delle nostre indicazioni e ci sta anche. Il punto è che la situazione della manovra è andata totalmente fuori controllo. Il processo stesso della manovra si è andato completamente intortando, dimostrando che questo Governo non ha una maggioranza capace di portare avanti la legislatura”.

Da 18app a Carta G, due requisiti per il bonus cultura: Isee a 35 mila euro o 100 alla maturità. Per chi li ha entrambi raddoppia a mille euro

“Hanno rinviato l’ufficio di presidenza alle 16.30 dove porteranno, dicono, i testi. Ma, premesso che è inaccettabile”, l’ennesimo rinvio, “questo ritarda di molto anche i tempi dell’arrivo della manovra in Aula. Anche impegnandosi al massimo, non ci sono i tempi tecnici”, è l’affondo della capogruppo del Pd Debora Serracchiani. “Ma se si intende oltre al lavoro fatto fin qui per caso portare questioni penali legate ad alcuni reati tributari, per il Pd salta il banco”. Se il rush finale fatica a sbloccarsi, pare infatti che sia destinato ad arrivare sul tavolo l’emendamento sul condono penale per gli evasori che si ravvedono e pagano, attraverso l’iniziativa dei relatori. E proprio questa intenzione sarebbe dietro la reazione veemente delle opposizioni. “Meno male che avevano detto che erano pronti in campagna elettorale, pensa se non lo fossero stati! – attacca Federico Fornaro – Il governo vorrebbe inserire legato alla depenalizzazione per reati fiscali. Questa è una strada inaccettabile che troverà tutta la nostra contrarietà”. A introdurre per primo l’idea era stato il viceministro Francesco Paolo Sisto, che aveva affiancato alla pace fiscale una previsione la previsione per cui chi salda il conto con il fisco possa vedere estinti i “reati formali” come l’omessa dichiarazione, pagando una sanzione e senza che vi sia la possibilità di includere le frodi.

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Altro fronte polemico, quello della 18App, il bonus cultura per i diciottenni. Ne ha parlato Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura di Montecitorio, confermando quanto anticipato: dalla 18App si passerà alla Carta cultura e alla Carta del merito, cumulabili tra loro. La riformulazione su cui ha trovato l’intesa la maggioranza prevede che dal prossimo gennaio, al compimento del diciottesimo compleanno, i ragazzi e le ragazze di una famiglia con Isee fino a 35 mila euro avranno diritto a un bonus di 500 euro. Anche coloro che saranno promossi alla maturità con 100/100 potranno accedere alla misura, a prescindere dal reddito. Le due carte – che presto dovrebbero cambiare nome – portanno essere cumulabili, per un bonus totale da mille euro. “Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, convocherà un tavolo ai primi di gennaio per fare un nuovo regolamento insieme alle associazioni di categorie, che saranno tutte coinvolte dalla carta, nessuna esclusa”, spiega l’esponente di Fratelli d’Italia. “Siamo soddisfatti – insiste – è un’azione da riformisti conservatori con cui lanciamo un messaggio di distensione nei confronti delle categorie e delle opposizioni, con cui ci siamo confrontati”. Per la misura sono stati stanziati 190 mln, “esattamente quelli effettivamente utilizzati per 18App”, nota infine Mollicone.

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