Marcello Gemmato, responsabile sanità FdI: “Mai più Green Pass, vaccini solo agli anziani. E l’obbligo per i medici non sarà prorogato”

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Marcello Gemmato è il responsabile della sanità di Fratelli d’Italia. Barese, è appena stato rieletto alla Camera. 
Come giudica la politica anti Covid del governo in uscita?
“C’è stato un approccio ideologico alla gestione della pandemia, non ci si è mossi in punta di scienza. Ci sono state due tendenze: una oltranzista di chi, come dico scherzando, vaccinerebbe anche i peluche dei figli, e un’altra di stupidi che considerano il vaccino acqua sporca o addirittura veleno. Tra iper chiusuristi e complottisti stiamo nel mezzo, con la scienza”. 

Il Green Pass teoricamente esiste ancora, anche se è richiesto solo per entrare nelle strutture sanitarie.
“Sul Green Pass abbiamo sempre detto che non si trattava di una misura sanitaria, non partiva da principi scientifici. Lo dissi anche in Parlamento e mentre lo spiegavo in aula altri ridevano: Fauci ha sostenuto già mesi fa che il vaccinato può contagiarsi e contagiare perché nella mucosa della bocca e nelle fosse nasali non ci sono immunoglobuline. Successivamente abbiamo visto che era vero, la gente si infettava comunque. E non lo diceva un medico o un farmacista di provincia ma lui. Il Green Pass dava quindi una falsa sicurezza”. 

Quindi il Green Pass non sarà più usato?
“Siamo contrari a questo certificato. Punto. Se si vuole verificare se una persona è infetta si fa un tampone antigenico e si capisce. Tanto è vero che quando noi abbiamo assistito alla Camera al giuramento di Mattarella non ci hanno chiesto il Green Pass. Ci hanno fatto un tampone rapido di nuova generazione. Cioè, il legislatore che aveva introdotto il Green Pass poi non lo usava”. 

Qual è la sua posizione sui vaccini?
“I dati ci dicono che la mortalità per il Covid riguarda persone dai 65 anni in su. La strategia vaccinale dovrebbe mettere in sicurezza gli anziani e chi ha problemi di salute. Vaccinare i bambini di 6 anni non ha avuto senso”. 

La quarta dose con i nuovi bivalenti è suggerita ad anziani e fragili. 
“Va bene raccomandare, non mettere più obblighi e infatti non bisogna rinnovare quello che riguarda il personale sanitario, in scadenza il 31 dicembre. Tra l’altro nelle menti dei più stolti, il vaccino imposto fa pensare che ci sia dietro un interesse delle multinazionali. Gli scienziati valutano i costi e i benefici e i cittadini si devono interfacciare con medico e farmacista. Lo dicevo già in commissione alla Camera”. 

Stanno cadendo gli obblighi di mettere la mascherina. È giusto che vengano richieste nelle strutture sanitarie?
“Le mascherine, con il distanziamento, l’igiene delle mani e in generale le norme di buona condotta sanitaria sono utili, e del resto negli ultimi due anni non abbiamo praticamente avuto influenza. Partendo da qui, bisogna valutare la circolazione e decidere se consigliarle e dove. In ospedale quindi sarebbe auspicabile che si mettessero quando si entra in reparti dove ci sono persone fragili. Magari non in ortopedia ma in terapia intensiva”. 

I casi stanno salendo, cosa farete una volta al governo se arriva una nuova ondata?
“Saremo pronti ma a partire dai dati scientifici, ci si affida a loro per prendere decisioni. Non seguiremo le virostar, ma scienziati con impact factor alto e magari le linee di indirizzo già prese in altri Paesi. Noi siamo sempre stati gli ultimi a riaprire, altri, come l’Inghilterra, sono ripartiti prima. Perché abbiamo avuto una posizione ideologica e non scientifica. E infatti siamo tra i primi al mondo per mortalità e letalità”.

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