Marco Morosini, ecco chi è l’uomo della svolta verde di Grillo

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Il nuovo Movimento 5 Stelle, tutto improntato sul tema ambientalista, non è altro che un ritorno al passato. Ad un passato ancor prima che il M5S esistesse, dai tempi degli spettacoli di Beppe Grillo; quei temi furono anche portati nei 5 Stelle, ma per lungo tempo si sono persi in mezzo ad altro. Leggete qui: “Il Movimento era l’unico partito ad avere in mano il jolly verde. Ma lo ha scartato. Invece di puntare su un messaggio positivo e moderno, si è snaturato e si è dedicato a ringhiare contro i nemici (…) Per salvarsi deve cambiare discorso, programmi e personale. Il discorso principale dovrà diventare quello della modernizzazione ecologica e della mano tesa a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, così come fanno i partiti verdi d’Europa”. L’autore di queste parole profetiche, pubblicate a settembre 2019 nel suo libro Snaturati (Castelvecchi), è Marco Morosini. Scienziato, navigatore, insegna politica ambientale al Politecnico di Zurigo, è stato uno degli ispiratori del Grillo ambientalista di trenta anni fa.

Il rapporto con Giovannini

Oggi ha 69 anni, conta su un buon rapporto con Enrico Giovannini – il quale si dice possa diventare il super ministro per la Transizione energetica – e osserva gli sviluppi con dis-attenzione, “sono impegnatissimo ad un progetto innovativo, un sottomarino a pedali e ad energia rinnovabile”, racconta. Ma nel libro si trova già molto. Ad esempio, chi ricorda il famoso sketch di Grillo dello spazzolino? Perché buttarlo e quindi doverlo riprodurlo tutto e non limitarsi a cambiare solo la testina? Ecco, l’idea – semplice, banale, ma rivoluzionaria – fu di Morosini.

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Il saggio di Morosini sul M5S dal titolo “Snaturati”

Morosini è un teorico del socialismo ambientalista, negli anni ha continuato a simpatizzare con il M5S, mantenendo però una coscienza critica, specie sulla conversione populista e tecnologico-digitale della coppia Grillo-Casaleggio, senior e junior. “Nel mondo dei 5 Stelle la coscienza dei costi e dei rischi digitali è scarsa o assente. Ciò si spiega con il fatto che il Movimento è in mano proprio a un’azienda di web-marketing, che ha interesse a dare un’immagine solo positiva delle tecnologie informatiche”, spiegava nel saggio. E ancora: “Per il personale 5 Stelle il rischio d’intossicazione digitale è come il rischio di silicosi per i minatori”. Si finisce presto, come affetti da dipendenza, col preferire di navigare in rete che per mare.

Nel corso degli anni, sottolinea ancora Morosini, il M5S ha perduto l’anima ecologista “incarognendosi contro i vitalizi, le auto blu e i naufraghi africani. Come se le odiate ong che salvano i naufraghi fossero una minaccia più grave di quella del cambiamento climatico”. Alla fine però il suo vecchio amico Grillo sembra aver capito la lezione, per sposarla appieno. Morosini, che continua a seguire dis-attento, ha per intanto scritto una riflessione per Avvenire pubblicata ieri: “Ormai i ministeri dell’Ambiente sono obsoleti. Perché per curare il cancro non bastano i cerotti. Da cinquant’anni abbiamo il motore ecologico in folle. Perché il motore è in banca. Non è nel bosco. Ora che lo abbiamo capito dobbiamo mettere subito la marcia avanti. La quarta, non la prima”. Concludendo: “Mettiamo dei fiori nei nostri bazooka!”.

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