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Marianne Mirage: “Natura, musica e yoga: sui social per trovare insieme un buon inizio”

Si possono mettere insieme la musica, la natura e lo yoga? E’ quello che sta facendo, con successo, Marianne Mirage. Musicista, cantautrice, ambientalista praticante, pollice verde incluso, Marianne in questa forzata clausura che ha imposto il silenzio ai musicisti, si è reinventata insegnante di yoga, e con le sue dirette su Instagram non solo ha cercato di mettere in “armonia” il suo mondo ma anche quello degli altri e tutti insieme essere in armonia con l’ambiente, “per trovare un modo di vivere rispettoso nei confronti del Pianeta”, sensibilizzando il suo pubblico con i social, visti come risorsa preziosa e positiva, “e dal mondo naturale possiamo imparare che l’unico modo per un mondo migliore non è la competizione ma la convivenza proprio, come fanno le piante”.

Due album in uscita, uno di musica legata alla pratica yoga e uno di canzoni, sono il frutto di questo anno di grande solitudine ma anche di grande attività: “La quarantena me la sono goduta in solitudine. Il che, a pensarci bene, è quasi impossibile, qualcosa e qualcuno arriva sempre, anche soltanto nei pensieri, e alla fine non si è mai davvero soli. Ma in casa avevo tutto quello che mi serviva, ho collezionato tutto quello che mi rappresenta veramente, e soprattutto avevo le piante, il tappetino di yoga e le mie chitarre. Ne è nata un unione di questi tre elementi e mi hanno dato  molta energia. Ho imparato a ragionare in termini naturali”.

Che vuol dire?

“La natura non ragiona secondo le nostre categorie, buono, cattivo, giusto, sbagliato, la natura abbraccia qualsiasi forma di diversità, di idea di bellezza e di unicità, e ho provato a iniziare a cambiare il mio modo di pensare. Mi ha aiutato la musica: ho scoperto un album, “Plantasia” di Mort Garson, un album del 1976, musica da far ascoltare alle piante, non fu un disco che ebbe particolare successo, rappresenta molto la Los Angeles di quegli anni. Però, essendo suonato tutto con il moog, nel corso del tempo è diventato un album di culto. E poi mi ha aiutato un libro, “La nazione delle piante”, di Stefano Mancuso. Ascoltando quel disco, lasciandomi ispirare da chi era stato ispirato dalla natura, ho ragionato sul fatto che siamo noi che abbiamo bisogno di leggi, la natura ne ha una e funziona benissimo da sempre. Ho cambiato il mio punto di vista, insomma, attraverso la meditazione ho provato a scoprire cose nuove di me e del mondo e il lockdown mi ha indirizzato in una direzione nuova”.

Ovvero?

“Sono diventata insegnante di Yoga, già lo praticavo, ma in questi mesi è diventato un mezzo per far si che i miei fan trovassero un punto di unione con me al di là della musica e delle parole, una forma di comunicazione fatta soprattutto di pura spiritualità”.

E la natura? Il “pollice verde” lo aveva già da prima?

“Sì, ho sempre avuto un rapporto di ‘fratellanza’ con la natura, una grande passione per le piante, mi affascina conoscerne i nomi, studiarle, capirne la vita, scoprire le geometrie diverse che la natura presenta, la sua meravigliosa diversità, il fatto che la bellezza sia anche irregolare, sorprendente”.

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E la musica?

“E la musica sta molto bene, grazie. La quarantena mi ha portato a fare un disco che uscirà a fine maggio, transitorio, concepito per una pratica di yoga, un lavoro che dura esattamente un ora, per dare supporto a chi pratica yoga ma non solo. E’ un album elettronico, realizzato solo con i moog, con un’atmosfera tendenzialmente psichedelica. E’ tutto suonato, ideato con un giovanissimo producer, Marquis, molto ambizioso. E’ concepito per una intera pratica di yoga, tutti i momenti per la prima parte di meditazione, rilassamento del corpo e risveglio dei chakra, una canzone per ognuno. Ho potuto ragionare oltre gli schemi, permettendomi una ricerca sonora diversa, suoni che avevo mai potuto mettere nei miei dischi. Non ha senso stare negli schermi quando salta tutto in un secondo, tanto vale sperimentare. E poi se non lo faccio adesso, quando lo farò mai? Ho lavorato anche a delle canzoni nuove, ma è un disco che cristallizza questo momento di profondo cambiamento sociale, è un disco fatto di sentimenti e sensibilità”.

Come mettere insieme natura, yoga e musica?

“Una persona direbbe non è possibile, perché noi ragioniamo per schemi, la società divide la realtà tagliandola con un coltello. Ma noi dovremmo smettere di fare differenze, se usiamo la sensibilità scopriamo che le cose sono più connesse di quanto sembra. L’armonia l’abbiamo presa in prestito dalla natura ma la usiamo solo in musica, invece è dovunque. Nello lo yoga tra il corpo e la mente, nella natura è  nelle sue forme fatte. Tutto è connesso anche a livelli diversi: nella natura non c’è cattivo e buono, la gazzella sa che il leone non è cattivo… insomma ho messo insieme la meditazione, l’amore per la natura, lo yoga e la musica, e ho fatto in modo che la musica arrivasse invece di cercarla”.

Immagino sia cambiato anche il rapporto con i suoi fan?

“Si è creato un bellissimo rapporto con i fan, anche con il contatto fisico compromesso dal lockdown. Internet ha bypassato spazio e tempo, ci ha permesso di essere insieme in un luogo senza esserlo, mi ha fatto condividere con gli altri cose non condividevo, sogni, incubi, speranze, emozioni. Mi sveglio alle sette di mattina e vado in diretta. Fare yoga e meditare ai primi raggi del sole con gli altri e quando tutti dormono. Non sarebbe stato possibile in altre condizioni”.

E in queste condizioni sono nate anche nuove canzoni…

“Si, l’estate scorsa ho fatto pochi concerti, ho viaggiato in posti in Italia che mi hanno profondamente ispirato. Trovato una nuova ispirazione, sono stata sempre in casa con la chitarra in mano. Ho scritto canzoni più intime, alcune le ho sognate, altre sono arrivate in momenti particolari…”.

Ha scritto molto o è stato difficile psicologicamente?

“In quarantena sei bloccato o diventi un fiume in piena. Il mio è il secondo caso, ho scritto tantissimo e ora sono nella fase di scegliere quali canzoni mettere nel disco. Sfortunatamente non tutte entreranno nel prossimo disco. Sono tante perché questo risveglio, lo definirei tale, mi ha dato la possibilità di scoprire una nuova e profonda leggerezza nella vita. Prima i miei dischi incombeva dolore, perché per tanti versi sono stata molto vicina alle sofferenze umane, che ci migliorano e ci fanno crescere. Ma forse in quel dolore covavo la mia rinascita: chi sta male non è perduto, da lì si parte per volare. Ma rispetto alla malinconia degli album precedenti, questo è un disco che ti fa sognare, ci sono temi universali, meno personali. E’ appena uscita (l’8 maggio, ndr) la prima canzone, “Vulnerabili” e sono molto contenta perché il titolo è frutto della condivisione con le persone: l’ho cantata in diretta sui miei social, i fan l’hanno sentita e hanno scelto il titolo. Rappresenta la quarantena, ma è una canzone positiva, un nuovo inizio per tutti”.



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