‘Mariupolis 2’, a Cannes: la vita sotto le bombe in Ucraina diventa cinema

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Il conflitto in Ucraina continua a essere protagonista al festival di Cannes. Dopo l’intervento a sorpresa, durante la inaugurazione, del Presidente Zelensky con un appello al cinema “a non rimanere muto”, oggi viene presentato il primo film che parla della guerra in corso. È Mariupolis 2, realizzato dal regista lituano Mantas Kvedaravicius, ucciso ad aprile da un razzo mentre era a bordo della sua auto in fuga dall’Ucraina in guerra.

Il film è stato portato fuori dal paese in modo rocambolesco dalla compagna e coautrice Hanna Bilobrova, che è a Cannes dopo aver presentato il documentario al Carbonia film festival e che viaggia portando con sé sempre lo zaino di Kvedaravicius: “Era una parte di lui, non se ne liberava mai. L’ho portato da Mariupol e lo porto sempre con me. Perché così è come se Mantas fosse sempre con me”.

Il film è una preziosissima e rara testimonianza delle centinaia di soldati ucraini trincerati nelle acciaierie Azovstal – l’ultima sacca di resistenza a Mariupol contro l’esercito russo appena caduta. Il film si intitola Mariupolis 2 perché è il seguito di un altro progetto realizzato dal regista durante la guerra del Donbass. Senza voce fuori campo o musica, questo nuovo documentario ha una sola colonna sonora: i suoni degli spari e dei bombardamenti sono incessanti durante 1 ora e 45 minuti di film. Sullo schermo si alternano inquadrature lunghe che mostrano paesaggi di desolazione e scene di vita quotidiana degli ucraini che cercano di sopravvivere, alcuni rifugiati nei sotterranei di una chiesa. Il film li mostra uscire alla ricerca d’aria, cucinare o impegnarsi in spedizioni nei quartieri distrutti per recuperare cibo o un generatore di elettricità.

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