MasterChef 10, viaggio tra gli elementi della natura e la cucina tecno-emozionale

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Non c’è certo la ricerca di un low profile nell’apertura dell’ottavo appuntamento di MasterChef 10.

I giudici discettano di massimi sistemi: “Oggi parliamo dell’Universo” esordisce Giorgio Locatelli spiegando che le filosofie orientali e occidentali da sempre hanno posto pongono l’accento sul rapporto dell’uomo con i quattro elementi della natura, acqua aria terra e fuoco, e l’equilibrio tra essi “fondamentale per la sopravvivenza di ogni ecosistema e per la vita umana”.


Questi quattro elementi sono presenti in noi e il loro bilanciamento determina chi siamo” gli fa eco Bruno Barbieri. Ecco allora che un po’ a tutti gli 11 concorrenti rimasti in gara cercano di capire quale elemento prevalga in sé. “Mi sento molto fuoco” dice Francesco Aquila, Irene è associata più all’aria. Il serafico Maxwell si sente più vicino all’acqua, su cui usava navigare con la sua barca nel mare del Maine. Acqua per Eduard, che viene da un’isola – Santo Domingo – ed è cresciuto circondato dall’acqua, e per Jia Bi, secondo cui è principio di tutto.

“Soprattutto questi quattro elementi, conclude Antonino Cannavacciuolo, sono presenti in cucina”.
Tutto il discorso è finalizzato a introdurre la Mystery Box, che però è doppia. C’è quella di acqua che non è nascosta, ma lascia trasparire gli ingredienti: bottarga, fegato di pescatrice, lattuga di mare, lattume di tonno, canocchie, scorfano, percebes, uva di mare, uova di seppia. E poi c’è quella davvero misteriosa, da scegliere al buio.

Già da subito gli studenti della masterclass di SkyUno sono quindi obbligati a fare una scelta: andare sul sicuro o scommettere sugli ingredienti nascosti?
A sorpresa, quasi tutti, a parte Eduard e Jia Bi, hanno scelto scelgono l’aria. E hanno trovato aghi di pino, carrube, castagne, colombaccio, farina di olmo rosso, foglie di moringa, cachi, rambutan, rigaglie di volatile e uova di anatra. In 45 minuti dovranno usare tutti gli inusuali prodotti.

Le maggiori difficoltà si rivelano a quelli che hanno tentano di usare la farina per una pasta (come Monir e Azzurra), che ovviamente, essendo una farina di corteccia, priva di glutine, è quasi impossibile da impastare in un composto omogeneo.

Tra un errore e l’altro, si arriva al fatidico: “mani in alto, il tempo è finito”.

Una prova indubbiamente difficile. “Volevamo alzare il livello” commenta Barbieri, ma giustamente Cannavacciulo fa notare: “Qui non abbiamo alzato il livello, gli abbiamo fatto proprio male”. Comunque alcune buone proposte ci sono.

I migliori risulteranno Max, che con le uova ha fatto due omelette diverse, Eduard, che convince con un piatto di mare molto elegante, e Aquila.

Proprio quest’ultimo ottiene i maggiori consensi e viene ammesso al faccia a faccia con lo chef ospite, Terry Giacomello: su tre dei suoi piatti avanguardisti i cuochi amatoriali devono basare la successiva prova protagonista dell’Invention Test.

Giacomello, una stella Michelin con il suo ristorante Inkiostro di Parma, uno dei talenti più creativi e tecnici del panorama italiano – non a caso premio “innovazione” nella Guida I Ristoranti d’Italia dell’Espresso –  è un esponente della cucina cosiddetta tecno-emotional: grande tecnica e tecnologia al servizio si sensazioni ed emozioni.

I piatti presentati, con alto valore estetico, sono in ordine di difficoltà, rispettivamente: uno a base di fagioli inoculati con una muffa e fermentati, uno con carne di alce e sapori del bosco, incluse piccole pigne cotte, e un’insalata di oltre 40 erbe spontanee con alternanza di sapori che virano dal dolce all’amarissimo, sapido e piccante, difficili da tenere in equilibrio tra loro. Aquila ha la possibilità non solo di fare domande sui singoli ingredienti, ma anche di assegnare ai suoi colleghi-rivali le diverse preparazioni.
Tiene per se stesso, per mettersi alla prova, il più difficile. Poi  assegna il fagiolo a Jia Bi, Max, Eduard e Monir, da lui premiati perché “persone vere”. L’insalata ‘folle” è assegnata a Antonio, Azzurra, Federica. A Valeria, Cristiano e Irene, il piatto di alce. Senza dubbio una prova grattacapo per tutti.

Alla fine dei 45 minuti Giacomello assaggia i risultati. E non risparmia giudizi schietti, a volte duri. Come quello a Federica: “L’impiattamento non è il massimo, sembra la lapide di un morto. E come gusto è sbilanciato sull’acido”. A lei anche il rimprovero di Cannavacciuolo per aver voluto cuocere un ingrediente, il cactus, che doveva rimanere crudo. Ad Azzurra, che si è intestardita a friggere alcune erbe, nonostante durante la prova lo chef avesse esplicitamente consigliato di non farlo, ha rimproverato un risultato troppo amaro a causa proprio della frittura. A Cristiano: “Non capisco come sia possibile dopo gli ingredienti meravigliosi che vi ho dato creare un piatto che non sa di niente”, bocciando così i suoi ravioli. Di Monir, che ha fatto dei falafel con i fagioli fermentati, non a apprezzato le polpettine troppo secche: “Rimangono nel gozzo”. Alla carne di alce di Valeria è sanguinolenta: è stata cotta con la padella non abbastanza calda e ne esce il sangue sul piatto. “Sembra un film di Dario Argento, profondo rosso, sembra una cosa macabra col sangue che cola. Come gusto manca di sapidità”.  

SPOILER ALERT

È proprio Valeria, finita tra i peggiori insieme a Cristiano Cavolini e Azzurra, che perde per sempre il grembiule di Masterchef. Se ne va tra le lacrime sue e di Cristiano, che dice: “Era dall’adolescenza che non avevo un rapporto di amicizia così bello”.La migliore della prova è invece Jia Bi, a cui Giacomello riserva grandi complimenti e che nella prossima prova in esterna sarà capo brigata.

Inizia quindi il viaggio per i dieci concorrenti rimasti verso il meraviglioso Lago d’Iseo, sede di una gara a colpi di prodotti tipici del luogo: protagonista dei menu delle due brigate sarà infatti la sardina essiccata. E come giuria, i pescatori locali.

La brigata rossa è capitanata da Jia Bi, la blu da Monir. I componenti della brigata perdente, invece, dovranno affrontare il Pressure Test rischiando l’eliminazione: chi non riesce a conquistare la balconata dovrà abbandonare per sempre il sogno di diventare il decimo MasterChef italiano.


Sono i rossi a guadagnare la vittoria, che precipita i blu al pressure test. Tema del test: i tagli di carne. Ben 13 a cui assegnare il nome esatto. Chi riesce a individuare più tagli, può scegliere quale cucinare e come, nonché assegnarne uno al concorrente vicino di banco.
A Irene e Cristiano  tocca la milza. Aquila e Federica devono cucinare il carré.

È Cristiano, saldatore bolognese, dolce, autoironico, a soccombere nella gara. Non conosceva la milza, non l’aveva mai cucinata e il risultato nel piatto è stato infatti deludente.
Deve togliersi il grembiule per far ritorno a casa dal marito Gianluca. Ed esce con grande serenità e consapevolezza, promettendo che pur dovendo lasciare la classe non rinuncerà al suo sogno, che nutre fin da quindicenne: “Conoscevo i miei limiti – ha detto – e sapevo che avrei dovuto abbassare la saracinesca della trattoria Cavolini. Ma continuerò a studiare”.

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