Maternità surrogata, sarà adottata la bimba abbandonata dai genitori in Ucraina. La procura di Novara apre un’inchiesta

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Il Tribunale per i minorenni di Torino ha aperto la procedura di adozione per la bambina di quindici mesi che una coppia di Novara ha abbandonato in Ucraina, dove i due si erano recati per averla facendo ricorso ad una madre surrogata. E’ quanto si apprende in ambienti giudiziari torinesi: la procura dei Minori, diretta da Emma Avezzù, si è subito attivata, su segnalazione dell’ambasciata italia a Kiev, assieme a quella di Novara con il procuratore capo Giuseppe Ferrando.

La bambina, essendo avvenuto in Ucraina un primo riconoscimento da parte dei genitori che l’hanno successivamente abbandonata affidandola a una tata, è considerata italiana a tutti gli effetti. Sulla vicenda la Procura di Novara ha aperto un fascicolo “modello 45” che per ora non prevede né indagati né ipotesi di reato.

Maternità surrogata, coppia rifiuta la figlia e l’abbandona a Kiev

La piccola, sempre secondo quanto si apprende, è stata affidata ad una famiglia in Italia, non a Novara, che se ne occuperà fino a quando non verrà data in adozione. I genitori affidatari sono anche già riusciti a rintracciare una baby sitter ucraina, che parla quindi la lingua della bambina, per evitare traumi alla piccola che ha sempre vissuto laggiù e ha già cominciato ad articolare le prime parole.

Per la piccola arriva già una richiesta di adozione: “Tutti conoscono l’appello diffuso con mio marito per trovare una donna che ci aiuti a coronare il nostro sogno di avere un figlio in italia”. A dirlo è Maria Sole Giardini, consigliera generale dell’associazione Luca Coscioni e affetta dalla sindrome di Rokitansky, che nel 2016 tramite l’associazione aveva lanciato un appello per cercare un’altra donna che, tramite la tecnica di gravidanza solidale, potesse portare avanti la gravidanza al suo posto. A causa della sua malattia infatti Maria Sole, pur essendo fertile, non può portare avanti una gravidanza perché non ha l’utero.

Bambina abbandonata in Ucraina, l’arrivo in Italia

“Pochi sanno che contemporaneamente abbiamo iniziato l’iter per l’adozione nazionale – ha aggiunto Giardini – Lungaggini burocratiche e assenza di bambini in stato di abbandono ci obbligano a un’attesa senza certezze. Non si tratta di come un bambino nasce ma dell’amore che si è disposti a dargli. E’ per questo che io e mio marito Sergio siamo disponibili ad accogliere la bambina nata in Ucraina”.

Di tenore opposto il commento di Antonio Brandi, presidente della onlus Pro Vita & Famiglia: “Siamo di fronte a un dramma disumano, come conseguenza di una pratica altrettanto disumana. L’utero in affitto deve subito diventare reato universale, non ci sono più scuse nè alibi”.

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