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Mattarella a Torre Pellice in Piemonte: “Morire sul lavoro, un oltraggio alla convivenza civile”

“Desidero ringraziare il sindaco di Torre Pellice per aver esortato tutti noi presenti a un minuto di raccoglimento e di dolore per la morte di questi cinque lavoratori stanotte. Tutti quanti, come il presidente della Regione e il sindaco di Torino che si sono recati sul luogo, tutti abbiamo pensato che morire sul lavoro sia un oltraggio ai valori della convivenza”. Si è aperta con queste parole, e con un minuto di silenzio nel Teatro del Forte, la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Torre Pellice, un evento inevitabilmente segnato dalla strage sul lavoro di questa notte a Brandizzo costata la vita a 5 operai ferroviari travolti da un treno. 

E’ stato infatti il sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno, aprendo il convegno sull’europeista Altiero Spinelli, a salutare così Mattarella: “Signor Presidente, oggi avrebbe dovuto essere un giorno di festa e di gioia per tutto il Piemonte, invece la accogliamo con il dolore nel cuore. Piangiamo l’ennesima tragedia sul lavoro. Ai familiari delle vittime porgiamo il nostro sentito cordoglio e dedichiamo ai lavoratori il nostro pensiero affinché siano loro garantite le giuste tutele”. 

Dopo Francesco Cossiga che è stato qui nel 1989 e Oscar Luigi Scalfaro nel 1998 , Sergio Matterella e qui a Torre Pellice per commemorare Altiero Spinelli, il padre dell’ Europa che nel 1943, ospite dell’ amico Alberto Rollier , nel retro della farmacia Muston tenne il discorso europeista che tutta la valle considera con orgoglio il simbolo dello spirito libertario di questo territorio.

Torre Pellice è infatti tappezzata di bandierine tricolori e negozi in verde-bianco-rosso, e dietro le transenne erano centinaia le persone che hanno aspettato Mattarella fin dalla mattina presto, mentre dai balconi si affacciavano gli anziani che hanno messo fuori le seggioline degli eventi migliori. In prima fila i bimbi che giocano nella squadra del Torre Pellice con addosso le maglie del Torino: “Siamo qui per salutare il presidente”, dicono agitando le bandierine. Anche qui è arrivata l’eco della tragedia di Brandizzo: “Una storia agghiacciante”, si ripete ovunque.

Sono le 10,55 quando l’ elicottero che sta portando il presidente in valle sorvola la piazza. Alle 11 Mattarella e a Torre Pellice accolto dagli applausi della folla: “Sergio, Sergio”. A stringergli la mano il presidente del Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. La prima tappa è per scoprire la targa dedicata a Spinelli. Davanti al Teatro del Forte molti sindaci con fascia tricolore. C’è il vescovo di Pinerolo Derio Olivero: “Siamo felici che il Presidente sia qui – dice – in luglio a Pragelato è stata inaugurata una piazza a suo fratello Piersanti e sono molto orgoglioso che una piccola fetta della loro vita abbia avuto come cornice le nostre valli”. E’ emozionata anche suor Silvina, della scuola paritaria cattolica che si trova proprio davanti al Teatro: poco prima che arrivi Mattarella tutti i bambini escono dal cancello della scuola e urlano “Viva il Presidente”.

In teatro, parlando della situazione attuale, Mattarella ha detto: “Veniamo da una stagione che ha visto l’Unione europea fortemente sollecitata a saper proporre soluzione politiche a questioni centrali per il futuro. Guardiamo per un momento alle crisi attraversate o in corso: la pandemia, la crisi finanziaria, la guerra. Si ritiene possibile affrontarle fuori dall’Ue con una Unione debole?”

E sulla lezione di Altiero Spinelli il Presidente ha aggiunto: “Credo che sia evidente a molti come l’espressione di Spinelli ‘l’Europa, sogno o invito a operare?” si sia trasformata oggi in un dovere. Ho citato la questione della guerra portata dalla Federazione Russa all’Ucraina come la sfida di fronte alla quale si trovano oggi i popoli d’Europa. Spesso la drammatica sofferenza delle guerre ha spinto verso nuovi equilibri e ordini internazionali”.

L’unità europea, insomma, “è un’impresa in salita, dove alle difficoltà e alle visioni anguste si devono contrapporre fattori ideali e politici. È l’ambizione di completare uno storico percorso di innegabile successo. Sprovvista delle sue autentiche ambizioni l’Europa non avrebbe ragione di esistere: l’ambizione, in tempi di pace, di preparare la pace stessa e il suo consolidamento per la giustizia tra le nazioni e tra i popoli”.

Ecco la permanente attualità dell’invito a operare di Spinelli. Da raccogliere in ogni stagione.

Il presidente, dopo la Val Pellice è attesa a Brandizzo, dove è accaduta la tragedia degli operai.



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