Mattarella: “Angoscia per i nostri cittadini delle Marche colpiti dall’alluvione”. L’appello sulla scuola: “Serve un grande patto per migliorarla”

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“Sulla scuola serve un grande patto nazionale”. È l’auspicio fatto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’inaugurazione dell’anno scolastico all’istituto Curie di Grugliasco. “Una intensa e larga presa di coscienza collettiva, che coinvolga le istituzioni, le famiglie, i docenti, i cittadini. Il Piano nazionale di ripresa e di resilienza può aiutarci a migliorare i servizi della scuola e la funzionalità dei nostri edifici scolastici, mettendoli in sicurezza, riqualificandoli, costruendone di nuovi”. Vanno ridotti i divari territoriali, “perché la scuola è presidio di cultura, di senso civico, di comunità, di socializzazione”. Il Pnrr quindi “è un’occasione irripetibile per la portata degli investimenti”. Ma il suo primo pensiero, “con angoscia”, è andato ai “nostri concittadini delle Marche” colpiti dall’alluvione. “La sfida del Piano di ripresa è tutt’uno con la grande sfida ambientale. Accelerare nello sviluppo significa oggi accelerare nella sostenibilità. Gli squilibri del pianeta costituiscono sottrazioni di risorse alle generazioni più giovani. Questo è il tempo della restituzione. I giovani sono i più sensibili al tema perché i loro occhi guardano il domani”

Mattarella ha quindi fatto un discorso sociale sulla scuola, com’è nella sua cultura. Ha puntato il dito contro la mobilità sociale inceppata. Ha precisato che servono “percorsi formativi davvero accessibili e condizioni di sostanziale parità”. L’autentico diritto allo studio va garantito “con politiche attive”. La scuola “è per tutti, di tutti”. Ha ricordato che la popolazione scolastica straniera rappresenta il dieci per cento, “quasi due terzi sono nati in Italia, e vedono il nostro Paese come l’orizzonte della loro realizzazione umana e professionale”.

Dentro questa visione sociale s’innesta la lotta all’abbandono scolastico, “i cui numeri sono ancora troppo elevati, inaccettabili per un Paese avanzato come il nostro”. Mattarella ha quindi ricordato la morte del giovanissimo Alessandro, a Gragnano, “una vita spezzata dal bullismo”. Era un ragazzo “pulito, esasperato da angherie, insulti e minacce da parte dei suoi coetanei”. Il Capo dello Stato ha quindi espresso vicinanza alla famiglia. Per il Presidente serve quindi “una profonda riflessione sui fenomeni del bullismo, e della sua forma telematica, il cyberbullismo”. Vanno contrastati con determinazione. Impegnarsi per ridurre al minimo l’abbandono scolastico significa anche strappare i giovani da condizioni di marginalità. Ma la scuola non va lasciata sola. Non possiamo, infatti, pensare di porre soltanto sulle spalle della scuola e degli insegnanti la totale responsabilità dell’educazione dei ragazzi, specie se in famiglia, nel territorio o sui media, si respira un’aria di indifferenza o, peggio, si propagano modelli e stili di vita contrari alla solidarietà, all’impegno, alla convivenza”.

Mattarella ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che la scuola è finalmentre in presenza, con la fase più acuta della pandemia alle nostre spalle. I ragazzi, durante il Covid, hanno sofferto più di tutti. Disorientati, spaesati, sradicati. “E hanno compreso che senza la scuola si sta male, si è dolorosamente più soli”, ha ricordato il Presidente della Repubblica.

Poco prima Mattarella aveva incontrato un gruppo di studenti ucraini. “Voglio esprimere innanzi tutto
solidarietà”, li ha accolti così. “Il motivo per cui siete qui è un motivo triste e drammatico. Questo aumenta i doveri di accoglienza nei vostri confronti e l’atteggiamento di amicizia nei vostri confronti. Sono lieto che lo sport della canoa vi abbia aiutato in questo momento”. “Complimenti a chi parla già bene italiano. Desidero dirvi che qui siete non soltanto accolti con amicizia, ma con grande attenzione, perchè questo periodo di studi vi possa servire per il vostro futuro. Mi rendo conto che ognuno di voi desidera tornare al più presto in Ucraina, in condizione di tranquillità, di pace e di indipendenza piena del vostro bel Paese. Intanto è importante che questo periodo venga utilizzato bene a vantaggio del vostro futuro. Vi faccio gli auguri più affettuosi con grande amicizia per voi e per il vostro Paese: viva l’Ucraina”.

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