Mattarella bis, il Parlamento sceglie la soluzione più facile e utile per il Paese. Centrodestra a pezzi

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Alla fine il principio di realtà si sta imponendo. Il Parlamento sta accogliendo la soluzione più facile e quella più utile per il Paese. Accade però con una settimana di ritardo e con le macerie del sistema politico.

La permanenza del “Dream team” Mattarella-Draghi – se tutto sarà confermato dopo il sì al bis da parte di Matteo Salvini – è una sicurezza rispetto alle sfide interne e internazionali. Ma, appunto, tutto intorno i partiti sembrano edifici diroccati. Più di tutti il centrodestra. Da settimane si è fatto forte di un ritornello che semplicemente era irreale: abbiamo la maggioranza. Non ce l’aveva e non ce l’ha. Salvini ha inseguito soluzioni estemporanee e soprattutto impraticabili. Con una fantasia e un distacco dal Paese senza precedenti. Questa coalizione si ritrova a pezzi. Per il leader leghista è un “Papeete 2”. Dopo un giro vorticoso di valzer si è piegato al bis di Mattarella. Ne escono però a pezzi anche Forza Italia e Fdi. La prima è ormai senza voce e senza prospettiva. I suoi colonnelli sono già alla ricerca di nuove sponde. Giorgia Meloni, pur con meno responsabilità, non è riuscita a frenare il suo antagonista Interno e gli ha lasciato il pallino del gioco. Ha subito. E alla fine si ritrova con l’assetto meno desiderato. La coalizione è a pezzi.

il personaggio

Lega, il Papeete bis di Salvini e lo sconcerto dei colonnelli. Giorgetti: mi sono tirato fuori

Anche il centrosinistra però ha evidenziato tutte le sue debolezze. Enrico Letta è apparso come l’unico leader normale. Ha capito di dover giocare di rimessa ma nello stesso tempo il Pd si è rivelato fragile. Senza capacità di imprimere una svolta. Anche per colpa di un M5S disarmante. Giuseppe Conte è sempre è stato ad un passo dall’accordo con il centrodestra. Anzi, con Salvini in una riedizione dei GialloVerdi. I grillini confermano di non sapere cosa siano. Il patto di centrosinistra con questi pentastellati è segnato e va ridefinito.

Un impasse è stata subìta pure dal Fronte centrista, che ha tentato la carta Casini. Il sistema politico dunque è destinato a ristrutturarsi.

Nel frattempo difficilmente al Quirinale si vedrà la sfilata di leader che accompagnò la rielezione di Napolitano. Adesso il rapporto è tra il capo dello Stato e il Parlamento. Anzi, i singoli parlamentari.

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