Mattarella ricorda i minatori morti a Marcinelle: “Da queste tragedie l’Europa ha imparato a porre diritti e tutele all’integrazione”

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A sessantacinque anni dalla tragedia di Marcinelle, Sergio Mattarella ricorda le vittime italiane di quel terribile giorno. L’8 agosto 1956 furno 252 le vittime dell’incendio scoppiato al Bois du Cazier, uno dei pozzi principali della miniera di Marcinelle, in Francia. Tra le vittime, 136 erano italiani emigrati Oltralpe alla ricerca di lavoro. Sempre oggi, ricorre anche un altro anniversario, quello del settantacinquesimo anniversario dalla stipula dell’Intesa Italo-Belga per l’approvvigionamento di carbone all’Italia distrutta dalla guerra. “Dalle criticità di tale accordo, e da tragici eventi come quelli che si verificarono al Bois du Cazier, l’Europa ha appreso l’importante lezione di dover porre diritti e tutele al centro del processo di integrazione continentale”, scrive Mattarella nel suo messaggio.

Il presidente della Repubblica ha poi proseguito ricordando che dopo la crisi economica provocata dalla pandemia del Covid19 “viviamo una nuova fase di ripresa e ripartenza. L’Unione Europea – edificata sulla base di valori condivisi e di norme e istituzioni comuni – ha saputo trovare in sè energie per aiutare i popoli degli Stati membri nel difficoltoso cammino di uscita dalla pandemia”. Un sostegno arrivato tramite i fondi del Recovovery. “Gli ambiziosi traguardi che ci siamo prefissati nei piani di rilancio e resilienza non potranno essere raggiunti senza un responsabile sforzo, individuale e collettivo.”Quella responsabilità esercitata dai tanti lavoratori italiani che hanno percorso le vie del mondo”, avverte il Capo dello Stato.

Che poi aggunge: “Il mio pensiero pià rispettoso e la vicinanza della Repubblica vanno oggi innanzitutto ai familiari di quanti hanno perso la vita sul luogo di lavoro, emblematicamente rappresentati dai parenti delle vittime di Marcinelle. Possa questo messaggio – conclude il Capo dello Stato – raggiungere altresì tutti i nostri connazionali che si trovano all’estero per ragioni professionali, con sentimenti di viva riconoscenza per il loro contributo e il loro impegno”.

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