Matteo Arnaldi, chi è il tennista di Sanremo rivelazione dello Us Open

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Scusate il ritardo è il titolo che meglio definisce Matteo Arnaldi. Perché questo ragazzo di Sanremo, la città dei fiori che adesso produce anche tennisti, è abituato ad arrivare in ritardo: da piccolo ha avuto uno sviluppo tardivo e si disperava per il suo essere così minuto di fronte a ragazzi più alti e grossi di lui. “Ma grazie a questo ho sviluppato le mie doti di rapidità”. Però prima o poi qualche altro chiletto dovrà metterlo, come sta facendo anche un altro sue coetaneo, un certo Jannik Sinner.

Arnaldi e la vittoria su Ruud

Questo è il suo anno migliore, ma lui ribadisce di voler “giocare il mio miglior tennis l’anno prossimo”. Ottimo. Intanto è negli ottavi di New York, la sua città preferita, agli Us Open, e comunque qualche sfizio se l’era già tolto: a Madrid aveva sepolto, sportivamente parlando, un top ten come Casper Ruud sotto 35 winners, colpi vincenti. Ma se parlate con lui vi dirà che “Per me è tutto nuovo, ogni torneo mi permette di vivere esperienze nuove”. E intanto si gode la serenità generale, grazie anche a Mia, la sua ragazza australiana.

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Le caratteristiche di Arnaldi

Ma che tennista è, vi chiederete? Beh, gioca a tutto campo: grande fase difensiva, buona intelligenza tattica, un rovescio molto puntuale e un dritto sempre più stabile. Con un po’ di aumento del motore agonistico potrebbe regalarsi, e regalarci, qualche soddisfazione.

Arnaldi, il legame con Fognini e il mito Djokovic

È rappresentato dalla società di management di Fabio Fognini, e molti parlano di passaggio di consegne. Arnaldi si ispira a Novak Djokovic, e in effetti lo ricorda un po’ nel modo di stare in campo. “Il mio punto di forza è la capacità di muovermi bene in campo su tutte le superfici, in questo sono già tra i migliori”. Come ha fatto a fare il salto di qualità? Perché è un gran lavoratore, non gli pesano i sacrifici e nemmeno i viaggi, anche se qualche anno fa ha lasciato il Centro di Tirrenia per tornare nella sua Sanremo, dove ha trovato il team che gli ha permesso di ritrovarsi: coach Alessandro Petrone e Matteo Civarolo sul campo, Diego Silva e Filippo Ferraris per la parte atletica. Con la vittoria su Norrie è entrato nei Top 50 ma, contro Alcaraz, può solo divertirsi e imparare per il futuro. Poi, mai dire mai…

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