Matteo Salvini vuole una centrale nucleare a Milano: “A Baggio, nel mio quartiere”. Ma dalla zona rispondono: “La costruiamo tra le case?”

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Una centrale nucleare a Baggio, quartiere popolare a ovest di Milano? No, grazie. Soprattutto se a chiederla è qualcuno che – a detta di chi ci abita – è della zona, “ma non proprio di Baggio”. Qualche giorno fa il leader della Lega Matteo Salvini, intervistato da David Parenzo durante il convegno dei Giovani industriali a Rapallo, ha detto senza mezzi termini: “Nel mondo ci sono 441 reattori nucleari in funzione, 104 in Europa, 56 in Francia, in Italia zero. È necessario che il nostro Paese investa nel nucleare di ultima generazione, sicuro e pulito, e vorrei che un futuro reattore fosse ospitato nella mia Milano, lo voglio nel mio quartiere, Baggio”.

E’ lo schema Salvini: fare richieste e sollevare temi che non si risolvono certo con un desiderata, e ovviamente senza tenere conto di referendum e scelte già fatte sul nucleare. Ma oltre la macro questione, ce n’è anche una più locale, che da due giorni anima i social dei milanesi di centrosinistra: “Salvini non è di Baggio, abita in zona, cioè nel Municipio 7, ma non a Baggio: lasci stare il nostro quartiere”.

Su Baggio ci sono due modi di dire. Uno è ormai pura tradizione:“Ma và a Bagg a sunà l’orghen”, vai a Baggio a suonare l’organo, si dice per liberarsi di una persona fastidiosa mandandola a suonare un organo…che non c’è, perché nella chiesa di Sant’Apollinare l’organo è soltanto dipinto sul muro. L’altro, molto più recente e più da gruppi di strada, è “Vieni a Baggio se hai coraggio”, riferito a una fama non proprio tranquilla che il quartiere aveva fino a qualche anno fa.

Ora Salvini a Baggio ci vuole fare una centrale nucleare, qualcosa mi dice che sarà come l’organo… fa quasi tenerezza, non sa più che balla sparare per un po’ di visibilità”, si commenta su Facebook. E Lorenzo Zacchetti, ex consigliere di centrosinistra: “Comunque Salvini non abita a Baggio. Nel municipio 7, sì, ma non a Baggio”, scrive usando come hashtag la rivisitazione di not in my backyard, non nel mio giardino: “Not in my back Bagg”.

Ovviamente c’è chi fa notare che una centrale nucleare costruita in una zona densamente popolata e che non si può più definire neanche periferia è una strada molto poco praticabile. Simone Negri, sindaco di Cesano Boscone che da Baggio dista molto poco scrive: “Sarebbe interessante sapere con quale processo mentale bottom up Salvini abbia pensato proprio a Baggio per costruire una sua fantomatica centrale nucleare. La prima in Italia, che onore! Diversamente dai suoi sulla giustizia, ci sono stati dei referendum molto partecipati sul tema. Lì non sono stati “i soloni di Bruxelles” nè Draghi. Furono gli italiani con il loro voto. Democrazia diretta. Può piacere o meno ma il popolo si è chiaramente espresso in tal senso: no al nucleare. Di solito la collocazione di una centrale prevede studi e studi di varia natura (geologica, fisica, ingegneristica, ambientale, sociologica, idrologica, trasportistica…) e sovviene il dubbio che forse il leader leghista parli senza averne cognizione di causa. Quale sarebbe peraltro l’area prescelta? Conosce Salvini la densità abitativa di Baggio? È costruendo centrali nucleari che la destra pensa di occuparsi delle periferie? La destra cesanese è d’accordo ad avere una bella centrale nucleare dietro casa oppure ci accuserà di sindrome NiMBY?“.
 

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