Mediobanca sale al 17,22% dei diritti di voto Generali con un prestito titoli

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 MILANO – Si fa sempre più incandescente il fronte Generali, in vista dell’assemblea che dovrà rinnovare il consiglio (prevista con l’approvazione del bilancio). Mediobanca ha appena comunicato di aver sottoscritto con una primaria controparte di mercato un’operazione di prestito titoli avente ad oggetto 70 milioni di azioni Assicurazioni Generali, pari al 4,42% del capitale sociale della compagnia.

L’operazione avrà durata di circa 8 mesi e comunque almeno fino all’assemblea di Generali chiamata a rinnovare il consiglio di amministrazione. Il contratto consentirà di detenere, unitamente alle azioni già possedute, il 17,22% dei diritti di voto di Assicurazioni Generali. Lo si legge in una nota di Piazzetta Cuccia.

Il pacchetto si contrappone a quello del Patto di consultazione stretto da Galtagirone, Del Vecchio e da ultimo Fondazione Crt, che insieme hanno quote per il 12,53%, poco sotto alla quota direttamente controllata da Mediobanca (12,93%) cui adesso si è aggiunto adesso il prestito titoli.

Secondo fonti vicine a Mediobanca, si è trattato di  “un’operazione fatta a tutela dell’investimento in Generali, tenuto conto del contributo significativo che apporta ai risultati della banca e per evitare una destabilizzazione strategica ed operativa che annacqui i risultati”.

La posta in gioco è il rinnovo del cda del Leone di Trieste. Domani (venerdì) si riunisce il Comitato nomine dell’assicurazione, lunedì il cda. La decisione da prendere è se presentare una lista del consiglio uscente per il rinnovo delle cariche, e sarebbe la prima volta per Generali. L’amministratore delegato Philippe Donnet ha dato la disponibilità a ricandidarsi, ma la sua nomina è fortemente divisiva e avversata – nei fatti – da Caltagirone e Del Vecchio, mentre il manager gode del pieno appoggio di Mediobanca. Che, a questo punto, ha deciso di aumentare le munizioni portando a casa diritti di voto per un altro 4,4%.

Tra l’altro, l’operazione con cui ha ottenuto il prestito titoli è “su base chiusa”, il che significa che i titoli non potranno essere richiesti indietro da chi li ha prestati, fino alla conclusione del contratto medesimo. Dunque, Nagel si è assicurato la quota almeno fino a quando si andrà a votare per il nuovo consiglio.

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