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Meloni contro tutti. Il vizio della Destra di chiedere solo il voto

Nel gennaio del 2021, un anno fa, durante la presentazione del governo Draghi, la presidente di Fratelli d’Italia si lasciò prendere dall’ira e usando anche le mani e le braccia espresse insofferenza e cattivi pensieri. Interpretando il sentire di parecchi, il giornalista primatista dei social, Andrea Scanzi, la qualificò come “pescivendola”.
Più interessante la reazione, naturalmente social, che portò immediatamente Giorgia Meloni da un grossista di pesce e qui, raccolta da terra una cassetta di orate e spigole, sotto le luci al neon di quel gelido stanzone, l’unica esponente dell’opposizione parlamentare, con aria di sfida, si mise a gridare: “Pesce fresco! Pesce fresco! Avvicinatevi, ottimi prezzi!”.
Non si alzerà il sopracciglio radical-chic perché l’odierna politica vive di questi spettacoli. Proprio ieri oltretutto, sempre sui suoi profili, Meloni è apparsa con un bel maglione bianco e alle spalle una candida orchidea. Con garbata vivacità, per 32 minuti, forse un po’ troppi, ha raccontato come il centrodestra abbia sbagliato tutto e la sua incredulità quando Salvini si è convertito al Mattarella bis. In fondo, nel gran circo quirinalizio, lei si è mantenuta in seconda fila e ha fatto quello che ci si aspettava, compreso dire, pressoché unica, che i deputati hanno rieletto Mattarella per salvare stipendi e pensioni. In tal modo è apparsa coerente, essendo la coerenza il must, l’obbligo concettuale, su cui lavora il suo giovanissimo social media manager Tommaso Longobardi, oltre sul lato pop: remix, autobiografie, animali, frutta, bamboline e pupazzetti.

Quirinale. Salvini sposa il Mattarella-bis. Meloni: “Scelta dei partiti per calcoli di opportunità. Il centrodestra va rifondato”

Illustri scienziati della politica, Dahl, Duverger, Sartori, hanno passato la vita a studiare l’Opposizione riconoscendone l’utilità nel funzionamento delle istituzioni. Un successivo filone di studiosi è arrivato a chiedersi se, oltre che elemento costitutivo della teoria democratica, il sistema abbia bisogno non solo di una semplice minoranza quanto di un “forte” opposizione.
Ora, è evidente che la crisi parallela della Lega e dei cinque stelle apre da oggi grandi orizzonti a Fratelli d’Italia. Ma per quanto la politologa Sofia Ventura sostenga che Meloni sia più “brava” e “cattiva” del “bamboccione” Salvini, il punto cruciale è che fare l’opposizione, ma farla sul serio, è maledettamente difficile; oltre a comportare la più grave responsabilità.
Nel congedarsi dai suoi fan, poco prima di schioccargli un bacio, ieri Meloni ha fatto il gesto di rimboccarsi le maniche. Sarebbe interessante capire se ha compreso che tocca a lei spalare le macerie del centrodestra. O se restando in ambito ittico, non sia tentata da quella che a destra è da decenni la peggiore attitudine e abitudine: la pesca delle occasioni. In questo senso Giorgio Almirante, nella cui stanza Giorgia ha voluto insediarsi a via della Scrofa, chiedeva sempre e comunque le elezioni. Meloni pure, con l’aggiunta di qualche Atreju per finire sui tg e di un patriottismo abbastanza innocuo, quando non sono i presepi e gli immigrati.

Vero è che il tempo fa vedere meglio ciò che prima sembrava fasullo. Ma Gianfranco Fini, dopo tutto, qualche sforzo teorico a suo modo l’aveva pur fatto; mentre l’impressione è che Meloni, cui Galli della Loggia ha riconosciuto “vivida intelligenza politica e personale simpatia (che in politica conta, eccome!)”, più che un partito capace di fare opposizione si ritrovi una palla al piede. La faccenda oltrepassa il buon rapporto con Enrico Letta e il tenero dileggio con cui immancabilmente li si assimila a Vianello e alla Mondaini. È qualcosa di più. La dissoluzione della classe politica non si ferma a chiacchiere e siparietti. Nel salvare il salvabile tocca guardare fuori e lontano – magari anche ricordandosi che quando un professore un po’ chiacchierone le diede ancora della pescivendola, e anche peggio, il presidente della Repubblica volle esprimerle di persona la sua vicinanza, anche perché l’opposizione è una cosa seria.



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