Mes fuorigioco, stop austerità, più debito e meno paletti sui conti dall’Europa: le pillole del Draghi-pensiero sull’economia

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ROMA – Con un certo understatement Mario Draghi in un passaggio della conferenza stampa di ieri, la sua prima da premier, ha detto che questo non è il momento delle grandi visioni economiche, di esprimere concetti di fondo sullo Stato e sull’economia ma di affrontare l’emergenza. Pragmatismo dunque, ed anche necessario. Ma quando c’è lo spessore, l’esperienza e il pensiero i concetti escono fuori anche non volendo. E Mario Draghi, per chi ama e segue i fatti economici e il relativo dibattito, ha buttato lì quattro affermazioni che chiudono con saggezza e semplicità un dibattito che si è protratto negli ultimi mesi con più o meno competenza, a vari livelli.

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Numero uno: il Mes

“Al momento il livello dei tassi d’interesse è tale (cioè basso, ndr) per cui prendere il Mes non è una priorità”. Il banchiere centrale più importante del mondo con poche semplici parole ha chiuso la diatriba sul “costa meno, costa più” sul Mes, il meccanismo salva Stati. Solo Draghi poteva rivelare una verità assai semplice ma impossibile da pronunciare da altri: i soldi del Mes, ha aggiunto, sono per la sanità. “Dunque – ha concluso – quando avremo un piano della sanità condiviso dal Parlamento allora verrà il momento di chiedersi se vale la pena prendere il Mes, altrimenti sono soldi buttati”.

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Numero due: austerità a tutti i costi

Non è proprio il momento. “E’ un anno in cui non si chiedono i soldi, si danno”. Perché è necessario accompagnare imprese e lavoratori nel percorso di uscita dalla pandemia

Numero tre: il debito

“Non bisogna guardare al debito, non è questo il momento, c’è la recessione. Verrà quel momento”. Draghi aveva già detto in un celebre articolo sul Financial Times che per uscire dalla crisi sarebbe stato necessario utilizzare il debito e anche che questo debito deve essere “buono”, cioè destinato ad investimenti produttivi. Ora va anche più avanti.

Numero quattro: Patto di Stabilità

Da anni ci si accapiglia sul Patto di stabilità che presiede la moneta unica e il sistema europeo e che limita deficit e debito. Oggi sono in molti a volerlo più morbido. Draghi dà la sua linea; all’Europa si direbbe. “Le regole del Patto di Stabilità verranno discusse ed è difficile che restino uguali: in Germania è stata avanzata una richiesta di debito, in Francia e Spagna anche”.

Come un giocatore della nazionale nel campetto dell’oratorio.

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