Sono lontanissimi in tempi in cui Goethe poteva dire che il tabacco era uno dei grandi piaceri della vita, o si potevano fare battute sulla tolleranza verso i non fumatori. Sulle sigarette non si scherza più. In molte parti del mondo, ma in alcune più di altre. Quella del Messico è una campagna che mai potrà apparire fumo negli occhi. Le sigarette sono bandite, anche all’aperto. Ovunque. Purché sia uno spazio pubblico. Non c’è il divieto di fumare in un ristorante, in un ufficio, in metropolitana. Non solo: è vietato dappertutto. Nei parchi, in spiaggia, al lago. Di fatto è vietato fumare. È entrata in vigore una delle leggi anti-tabacco più severe al mondo. Ma non finisce qui: la sigarette è di fatto demonizzata. Ci sarà il divieto totale di pubblicità, promozione e sponsorizzazione dei prodotti del tabacco, le sigarette non potranno nemmeno essere esposte all’interno dei negozi. Anche i vaporizzatori e le sigarette elettroniche sono soggetti a nuove restrizioni più severe.
Il precedente della Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda a dicembre aveva approvato una legge severissima: una norma che proibisce la vendita di sigarette non solo ai più giovani ma anche alle future generazioni. La legislazione introdotta dal parlamento di Wellington vieta di vendere tabacco a chiunque sia nato dal primo gennaio 2009 in poi: ovvero un divieto di fumare per tutti coloro che oggi hanno dai quattordici anni in giù, inclusi quelli che devono ancora nascere.
Il Buthan è il più severo del mondo
Il Buthan, un piccolo stato – gli abitanti sono solo 650mila – che sorge nella catena dell’Himalaya, tra l’India e il Tibet, è invece il più severo del mondo. Lì, infatti, dal giugno 2010 è in vigore il Tobacco Control Act, una legge che proibisce la coltivazione, la produzione e la vendita di tabacco e di derivati del tabacco in tutto il paese. È l’unico stato al mondo ad aver bandito totalmente il fumo.
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