NEW YORK “Ma quale cuore d’oro: quella famiglia mi ha depredato per anni approfittando della mia condizione”. Michael Oher, l’ex ragazzino difficile poi diventato un pluripremiato giocatore di football, la cui storia vera ha ispirato il film The Blind Side che nel 2009 ha fatto vincere un Oscar all’attrice protagonista Sandra Bullock, ha denunciato Sean e Leigh Anne Tuohy, i suoi presunti benefattori, in tribunale.
Avrebbero approfittato della sua storia turbolenta di figlio di madre alcolista e dipendente dal crack, orfano di padre ucciso mentre era in carcere, sfruttandone la fragilità. Passato da un affidamento all’altro, Oher infatti ha trascorso pure lunghi periodi in strada. A salvarlo, lo straordinario talento di giocatore di football intuito proprio dai Tuohy : che lo aiutarono nel suo percorso sportivo permettendogli di entrare in squadre importanti e giocare nella principale lega professionista. Peccato che nel farlo, lo abbiano, così dice lui almeno, ingannato. Facendogli firmare dei documenti spacciati come adozione, ma che invece erano ciò che qui si chiama “conservatorship”, un guardianato: simile a quello subito per anni dalla pop star Britney Spears. Di fatto depredandolo di ogni guadagno legato alla sua carriera sportiva e pure dai proventi milionari legati alla vendita del libro prima e ai diritti del film, poi.
Oher, che oggi ha 37 anni, è sposato e ha quattro figli, ha scoperto solo a febbraio di essere senza un soldo: e di non avere nessun legame familiare con i Tuohy. La coppia gli ha infatti strappato ogni autorità legale sulla sua vita e perfino sull’uso del suo nome. Solo per denaro, accusa ora Micheal: “Credeva lo avesse reso un componente della famiglia Tuohy, in realtà non gli hanno mai offerto alcuna relazione familiare”, si legge ora nei documenti depositati in tribunale. E questo, nonostante nel libro “The Blind Side: Evolution of a Game” e nel film omonimo – che hanno fruttato milioni di dollari non solo alla coppia, ma pure ai loro due figli – si racconti tutt’altra storia.
Ecco perché Oher, adesso, chiede al tribunale di porre fine al guardianato. E allo stesso tempo domanda l’emissione di un’ingiunzione che impedisca loro di usare ulteriormente il suo nome e la sua storia. Pretendendo pure un risarcimento: il pagamento della sua quota di profitti, insieme ai danni morali.
Una brutta storia subito diventata virale negli Stati Uniti, facendo infuriare i tanti che avevano amato il film. Al punto da prendersela pure con l’ignara Bullock: “Adesso restituisci quell’Oscar”. I Tuohy però non ci stanno: “Le cose stanno in un altro modo. Lasciateci digerire il dolore e spiegheremo tutto”.
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