Migranti, il confine alpino Italia-Francia come i Balcani: europarlamentari in missione per denunciare gli abusi

Pubblicità
Pubblicità

I parlamentari italiani in Croazia e quelli francesi al confine tra Italia e Francia per denunciare la condizione dei migranti. Mentre la delegazione del Pd era tra Bosnia e Croazia un gruppo di senatori ed europarlamentari transalpini ha organizzato un’ispezione a Montgénèvre, il punto di confine dove da alcuni anni i migranti rischiano di morire sotto la neve per raggiungere illegalmente la Francia. Guillaume Gontard, senatore dell’Isère e presidente degli ecologisti al Senato di Parigi, ha denunciato l’atteggiamento delle forze dell’ordine di Parigi: “La situazione dei migranti al confine tra Francia e Italia è sempre più complicata e sta peggiorando” denuncia il parlamentare.

Migranti, si riapre la rotta delle Alpi: centinaia in cammino dall’Italia verso la Francia, allarme delle associazioni

Sono 700 ogni mese i migranti che cercano di attraversare dalle montagne della Valsusa. Numeri che avevano ricominciato a salire in estate dopo un calo vertiginoso durante i primi mesi del 2020. Ogni notte nelle stanze del Rifugio Fraternità Massi trovano assistenza una ventina di persone. Più o meno lo stesso numero trova accoglienza nella casa cantoniera occupata di Oulx. Le tante realtà che da ormai quattro anni offrono assistenza a chi transita al confine hanno contato oltre 2mila passaggi da ottobre a oggi.

Al confine della Francia dove nessuno controlla: “Ora abbiamo paura”

Secondo i politici non c’è un’ondata migratoria allarmante, ma le condizioni dei migranti sono tutt’altro che buone e manca il rispetto dei diritti umani. Tanto che per “attuare la politica migratoria” arriva la proposta di allestire un centro d’accoglienza direttamente a Montgénèvre, ma “per il momento questo non esiste e siamo in una situazione di illegalità accettata e autorizzata. Questo è inaccettabile” attacca Gontard.

“I tre migranti morti sulle Alpi colpa della gendarmeria francese”

Né il Covid-19, né le tante morti che in questi anni hanno macchiato di sangue la neve tra la Valsusa e la Francia, sono bastati a fermare i passaggi illegali: solo due settimane fa i pompieri hanno recuperato 11 migranti dispersi e semiassiderati tra i monti. Una pratica pericolosissima che è incentivata, secondo i parlamentari, dall’atteggiamento della polizia francese che rimanda in Italia anche chi avrebbe diritto di chiedere asilo in Francia.

Migrante morta, blocchi di protesta dei “no borders” al confine con la Francia

Chi non viene respinto trova la stessa assistenza, oltreconfine, al “Refuge Solidaire” di Briançon. Tanti vengono riportati al confine e recuperati dalla polizia Italiana, dalla Croce Rossa e  dai volontari. Il 16 gennaio scorso tra i respinti c’era anche una donna con un bambino di 12 giorni. Dopo essere passati dagli uffici della Paf, la polizia di frontiera, i migranti sono stati riaccompagnati al confine, di notte.

Anche i parlamentari francesi collaborano con le organizzazioni: “Ero già stato a Montgénèvre in diverse occasioni e visitato la polizia di frontiera (Paf) al confine italiano notando numerose irregolarità nell’accoglienza dei migranti – racconta Gontard che ha pubblicato una lunga intervista sul sito del Senato – Da molti collaboriamo con le associazioni che ci segnalano i problemi al confine”.

Dal 2021 però i parlamentari francesi hanno deciso di organizzare una sorta di monitoraggio permanente: “Faremo visite regolari per garantire il rispetto dello stato di diritto e delle norme umanitarie – spiega Gontard – Con il gruppo dei deputati europei e dei senatori ambientalisti faremo a turno in modo che ci sia qualcuno quasi tutti i fine settimana per verificare che tutte le condizioni di accoglienza siano rispettate”.

L’eurodeputato Benoît Biteau nel weekend passato ha notato che vengono rifiutate le domande di asilo. “La situazione rispetto al passato è cambiata: prima c’erano uomini soli, mentre ora ci sono famiglie con bambini, donne incinte – aggiunge Gontard – Abbiamo visto il panico della polizia di frontiera che non sa come gestire la situazione. Quando eravamo noi lì i pompieri hanno portato le persone soccorse in ospedale, ma sappiamo che in tempi normali le cose non vanno così”.

Le stesse pratiche di respingimento denunciate al confine tra Bosnia e Croazia che hanno indignato i deputati Pd, insomma. “La regola dovrebbe essere che quando qualcuno arriva al confine francese e vuole fare domanda di asilo questa debba essere presa in carico. Ma alcune persone arrivate la sera in Francia, chiedendo asilo, sono state trovate la mattina dopo in Italia dopo essere state respinte – attacca Gontard – Queste irregolarità dello Stato francese sono sempre più rilevanti e pienamente accettate. Avevamo incontrato il prefetto delle Hautes Alpes che ci ha spiegato che i migranti dovevano fare domanda di asilo in Italia. Ma ciò è contro ogni regola”.

Se rispetto agli anni scorsi non sono cambiati i numeri, sempre altissimi, è cambiata la provenienza delle persone che cercano di raggiungere la Francia, che arrivano ormai quasi tutte dalla rotta balcanica. “Con l’associazione Talitakum abbiamo aumentato il numero di posti disponibili al rifugio Massi, ora abbiamo cinquanta posti usando anche una parte delle stanze destinate ai salesiani – spiega il presidente di Rainbow4Africa, Paolo Narcisi – altrettanti possono essere ospitati nei moduli che abbiamo messo a disposizione nel cortile,  rispettando anche il distanziamento necessario”.

Nel cortile del rifugio è stato allestito anche un modulo di isolamento per i casi sospetti di Covid. Dalla prossima settimana ci sarà un infermiere in servizio tutte le notti. “Se la popolazione non ha percepito la dimensione del flusso quotidiano – raccontano i volontari di Valsusa Oltreconfine – è anche grazie all’opera dei volontari e alla solidarietà dei tanti cittadini che ogni giorno offrono accoglienza, assistenza, vestiario, ascolto, informazioni alle migliaia di persone che transitano qui”.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *