L’aumento esponenziale degli sbarchi in questi due mesi e mezzo di governo preoccupa Giorgia Meloni. Del tutto evidente che il decreto antiOng ( che dovrebbe essere calendarizzato per l’esame dell’aula a fine mese) non basta certo a frenare i flussi migratori decuplicati, in questi primi dieci giorni dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2021. Per questo la premier ha convocato oggi pomeriggio a Palazzo Chigi i suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il capo dell’Intelligence Elisabetta Belloni.
Sul tavolo l’urgenza di trovare interlocutori affidabili in Libia e Tunisia per bloccare le partenze e il passaggio operativo al cosiddetto “Piano Mattei” per l’Africa, accordi di partenariato con i Paesi di origine e transito con l’offerta anche di quote di ingressi legali in Italia per chi accetterà i rimpatri dei migranti irregolari e per chi collaborerà a frenare le partenze.
Prima missione venerdì in Turchia
Si comincia dalla Turchia venerdì. Al ministro degli esteri Tajani il compito di aprire un dialogo con il governo di Ankara non solo per intervenire sulla rotta turco-greca che continua a portare in Italia migliaia di migranti ( quasi tutti siriani, afghani, iracheni) che arrivano in barca a vela o grossi pescherecci ma soprattutto per cercare, attraverso la Turchia, Paese che ormai ha assunto la massima influenza in Libia, un aggancio con interlocutori affidabili e lavorare per la stabilità del governo del Paese.
La prossima settimana a Tunisi
A Tunisi, invece, la prossima settimana ancora Tajani, e subito dopo forse anche Piantedosi, offriranno una quota di ingressi legali del decreto flussi appena approvato dal governo in cambio di un aumento dei rimpatri di migranti tunisini ( al momento il governo tunisino accetta due voli a settimana) e di un efficace intervento della guardia costiera tunisina per fermare i tanti barchini su cui, ormai da settimane, i pescatori trasformatisi in veri e propri trafficanti fanno salire non più solo giovani e famiglie tunisine ma migliaia di donne, uomini, bambini in arrivo dall’area subsahariana o ceduti loro dai trafficanti libici. Un aumento del giro d’affari che rischia di far aumentare a dismisura gli arrivi su Lampedusa che a gennaio conta numeri di sbarchi inediti per i mesi invernali.
Go to Source