Migranti, la Croazia ferma gli eurodeputati al confine

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BRUXELLES – Una delegazione di europarlamentari del Partito democratico viene bloccata dalla polizia croata al confine con la Bosnia: «Non ci volevano far vedere o sentire qualcosa», denunciano ora Brando Benifei, Pietro Bartolo, Alessandra Moretti e Pierfrancesco Majorino, impegnati in una trasferta per verificare di persona la drammatica situazione allo sbocco della Rotta balcanica, zona oggetto di denunce e reportage giornalistici su respingimenti arbitrari e violenze sui migranti.

Un fatto «gravissimo», commenta il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Esprime «stupore» il presidente dell’Europarlamento David Sassoli. I quattro ricevono anche la solidarietà del gruppo dei socialisti e democratici, per il quale era loro «diritto e dovere» ispezionare la frontiera esterna dell’Unione. Un vero caso visto che la Croazia è un Paese membro dell’Ue, che dovrebbe garantire massima libertà agli europarlamentari. Ora partirà un protesta — anche attraverso l’esecutivo italiano — rivolta al governo croato e verrà informata dell’accaduto anche la Commissione europea.

La delegazione aveva concordato con l’ambasciatore croato a Roma il tragitto, che prevedeva di controllare la foresta di Bojna, appunto al confine tra Croazia e Bosnia, dove si sono verificati episodi di violenza contro i profughi. I quattro avevano garantito che non avrebbero sconfinato in Bosnia, ma era stato loro assicurato che sarebbero potuti arrivare al posto di confine. «Però a 500 metri dalla frontiera — racconta Benifei, capodelegazione del Pd all’Europarlamento — ci aspettava la polizia croata. Avvertiti del nostro arrivo, gli agenti avevano allestito uno sbarramento con del nastro bianco. Si sono giustificati parlando di una possibile presenza di mine. Visto che sulla strada passava la stessa polizia, abbiamo deciso di proseguire a piedi ma decine di poliziotti armati e muniti di guanti con le nocche rinforzate con fare minaccioso hanno formato una barriera umana impedendoci di passare».

Il confine tra Croazia e Bosnia è presidiato anche dall’Agenzia Ue Frontex, quindi per gli eurodeputati era loro dovere ispezionarla. «Se siamo stati trattati così noi — afferma Majorino — figuriamoci come possono essere trattati i migranti». Allusione alle notizie di violenze e respingimenti illegali per impedire ai migranti di presentare domanda di asilo, garantita loro dal diritto internazionale. In serata la delegazione è entrata in Bosnia dal varco autostradale: oggi verificheranno le condizioni del famigerato campo di Lipa.
 

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