Migranti: stop alla protezione speciale, il testo in Aula senza accordo. Eppure il finale è già scritto

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In qualsiasi forma approderà in aula, l’esito della partita sulla protezione speciale è già deciso. Dopo giorni di braccio di ferro e dopo una seduta fiume in commissione Affari costituzionali andata avanti fino a notte, il testo del decreto legge varato dal consiglio dei ministri dopo la tragedia di Cutro approda nell’aula del Senato che dovrebbe esitarlo entro mercoledi prima del passaggio a Montecitorio.

Impresa più che ardua quella della maggioranza di approvare in commissione l’enorme numero di emendamenti presentati  (330 solo dall’opposizione, oltre i 21 della Lega) compreso il subemendamento del governo. C’è tempo fino a questa mattina, poi se non si sarà raggiunto l’obiettivo finale tutte le modifiche dovranno essere ripresentate direttamente in aula a firma dei capigruppo. Un’estenuante melina che però non sembra in grado di mettere a rischio il traguardo che governo e maggioranza intendono raggiungere: l’abolizione della protezione speciale per i migranti che arrivano nel nostro Paese e che non posseggono i requisiti per ottenere l’asilo politico o la protezione sussidiaria.

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Piantedosi: “Troveremo un punto di equilibrio”

“Sulla protezione speciale sono convinto che i lavori  parlamentari riusciranno a trovare il giusto punto di equilibrio tra il rispetto degli obblighi umanitari e costituzionali, ma nello stesso tempo senza svilire l’alto valore di un istituto giuridico trasformandolo in un meccanismo surrettizio di elusione dell’accesso al soggiorno nel territorio nazionale”, la previsione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Equilibrio che dovrebbe tenere conto delle raccomandazioni del Quirinale a non forzare la mano sulla cancellazione di uno strumento che consente di offrire permessi di soggiorno a persone che rischiano persecuzioni nel loro Paese per motivi religiosi, di genere, di orientamento sessuale, vittime di tratta o che hanno legami familiari o percorsi di integrazione, studio o lavoro sul territorio in Italia.

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La Lega: “Non ritiriamo i nostri emendamenti” 

Ma la Lega, nonostante la presentazione del subemendamento a firma della maggioranza che di fatto cancella la stragrande maggioranza di queste motivazioni, non demorde e punta al ritorno in toto dei contenuti dei decreti Salvini. “La Lega ha proposto 21 modifiche al provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri a Cutro – ricorda il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo -. Cinque o sei riguardano la protezione speciale, altri il tema dell’integrazione o il rientro nei Paesi di origine per coloro che hanno ottenuto il diritto di asilo. Non li mettiamo da parte. Sentiremo il governo: se ci darà un parere contrario, valuteremo. Vediamo come va in commissione, poi vedremo quali saranno gli emendamenti che andranno ripresentati in Aula”.

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