Milano, Teatro Scala, tutti assolti gli imputati al processo per i morti per amianto. Comitati vittime: “Vergogna”

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Tutti assolti con la formula “perché il fatto non sussiste”. Si è concluso così il processo a Milano per quattro ex dirigenti del Teatro alla Scala, accusati di omicidio colposo per la morte di una decina di lavoratori, tra tecnici, operatori e anche la cantante lirica Luciana Patelli, esposti alle fibre killer dell’amianto prima delle bonifiche dei locali al Piermarini. Lo ha deciso il giudice Mariolina Panasiti al termine di una camera di consiglio durata un’ora. Dopo la lettura del dispositivo, hanno gridato “vergogna” i rappresentanti dei comitati delle vittime di malattie asbesto correlate.

Amianto alla Scala, pm chiede condanne a 7 anni per l’ex consulente Traina e a 5 per l’ex sovrintendente Fontana

“Sono stati uccisi per la seconda volta”, ha detto Michele Michelino, del comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio. “Questi lavoratori sono stati messi a lavorare in condizioni inadeguate, senza misure di protezione, eppure per il Tribunale il fatto non sussiste. Invece sono morti perché i datori di lavoro non hanno rispettato le misure di sicurezza”. Anche Fulvio Aurora, responsabile delle vertenze giudiziarie di Medicina Democratica e Aida, ha sottolineato: “L’amianto uccide. Il Tribunale si è arrampicato sui vetri questa volta”. 

IL DOSSIER SHOCK DEI FAMILIARI DELLE VITTIME

Questa mattina in aula, durante un’udienza in cui si è respirato un clima molto acceso, ha deciso di replicare anche il pm Maurizio Ascione, convinto della responsabilità degli imputati e che aveva chiesto condanne comprese tra i 2 e i 7 anni di carcere. “Il Teatro Alla Scala – ha ribadito – aveva una grandissima rilevanza culturale, imprenditoriale e politica ed era a conoscenza di tutto il percorso normativo, scientifico e culturale” sui rischi dell’amianto e che “precedeva le leggi positive dal 1992 in poi”.

Era anche intervenuto l’avvocato Marco De Luca, che assiste la Fondazione Teatro alla Scala, per cui il giudice ha escluso la responsabilità civile. Il legale aveva sottolineato che “è esclusa qualunque negligenza da parte di chi ha gestito il teatro e le sostanze pericolose in oggetto”.

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