“Minacce di morte ai giornalisti iraniani”: la tv dissidente Iran International costretta a chiudere gli uffici di Londra

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LONDRA – Forze speciali della polizia della capitale e agenti del controspionaggio britannico hanno scoperto e sventato un complotto dell’Iran per colpire dissidenti che vivono in esilio nel Regno Unito. Le autorità hanno reso noto che il regime di Teheran aveva lanciato almeno 15 operazioni clandestine per assassinare o rapire membri dell’opposizione a Londra considerati “nemici dello Stato”.

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Scotland Yard e l’Mi5, il servizio segreto interno, non hanno divulgato l’identità dei bersagli, ma l’annuncio segue di poche ore la decisione di Iran International Tv, una stazione televisiva iraniana indipendente che trasmette dall’Inghilterra, e che è finanziata anche dai sauditi, di chiudere i propri uffici a Londra e traslocare negli Stati Uniti. “Non posso credere che siamo costretti a un misura di questo tipo”, ha dichiarato Mahmoud Yanat, direttore della rete tivù, “purtroppo non siamo più in grado di garantire la sicurezza del nostro staff a causa delle minacce provenienti dall’Iran. Un Paese straniero ha causato un tale pericolo per residenti su suolo britannico da forzarci a andarcene via”.

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Commenta sul Guardian Matt Jukes, capo dell’antiterrorismo della polizia londinese: “Alla luce delle indagini in corso e in seguito all’arresto di un uomo nei giorni scorsi a Londra, nonostante straordinarie misure di sicurezza abbiamo seri timori per l’incolumità delle persone che lavorano in questa azienda”. Lo scorso autunno Scotland Yard stazionò due veicoli di poliziotti armati davanti alla redazione di Iran International Tv, dopo una “severa minaccia” contro due dei suoi giornalisti. “Il consiglio alla stazione tivù indipendente iraniana di trasferirsi altrove non è stato dato con leggerezza”, osserva il capo dell’ antiterrorismo. “Il fatto che alcuni giornalisti debbano affrontare minacce simili in territorio britannico è una sfida che siamo determinati ad affrontare e un segnale delle difficoltà con cui i media devono fare i conti da parte di regimi ostili e totalitari”. Per il direttore di Iran International Tv si tratta di un grave “attacco alla libertà di espressione”.

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