Qualcuno a Mosca non deve aver calcolato bene le conseguenze delle proprie decisioni e azioni, se un test militare e spaziale russo rischia non solo di rimettere in discussione gli assetti geopolitici e le collaborazioni tra potenze definite nel corso del tempo oltre l’atmosfera terrestre, ma di anche di generare una situazione di pericolo immediato. Tutto inizia con il lancio di un missile russo contro un satellite ugualmente russo utilizzato come bersaglio. Una volta centrato, il satellite si è letteralmente frantumato, sprigionando nello spazio una fittissima pioggia di detriti che, vista la situazione, sarebbe più che lecito definire mine pronte a impattare tutto ciò che incontreranno nel loro vagare.
La prima conseguenza è che quei pezzi di metallo, come denuncia qualche ora dopo in un comunicato Bill Nelson, ex astronauta oggi amministratore della Nasa, hanno costretto gli astronauti presenti sulla Iss, la stazione spaziale internazionale, a prepararsi per un’evacuazione d’urgenza. Attualmente sulla Iss ci sono sette astronauti: gli americani Mark Vande Hei, Raja Chari, Thomas Marshburn e Kayla Barron, insieme ai russi Anton Shkaplerov e Pyotr Dubrov e al tedesco Matthias Maurer dell’Agenzia spaziale europea. Inoltre, altri tre astronauti sono presenti sulla stazione spaziale cinese. “Sono scandalizzato – fa sapere Nelson -. E’ impensabile credere che la Russia possa mettere in pericolo non solo gli astronauti americani e dei partner internazionali dell’Iss, ma persino i propri cosmonauti. Un’azione irresponsabile e destabilizzatrice”.
Il capo della Nasa chiarisce il punto quando l’amministrazione Biden, informata dell’accaduto, si era già espressa con gli stessi aggettivi: comportamento “pericoloso e irresponsabile”, le parole del segretario di Stato Anthony Blinken. Secondo il Dipartimento di Stato, il lancio del missile contro uno dei satelliti russi ha creato una vera e propria pioggia di frammenti, “oltre 1500 pezzi di detriti orbitali tracciabili e centinaia di migliaia di pezzi di detriti orbitali più piccoli”. Questi detriti spaziali, quelli identificabili ma anche la miriade di piccole dimensioni, “ora minacceranno i satelliti e altri oggetti spaziali che sono vitali per la sicurezza, gli interessi economici e scientifici di tutte i Paesi per i decenni a venire. Inoltre, aumenterà significativamente il rischio per astronauti e cosmonauti sulla Iss, la Stazione spaziale internazionale, e per le altre attività nello spazio dell’uomo. La sicurezza e la protezione di tutti gli attori che cercano di esplorare e utilizzare lo spazio esterno per scopi pacifici è stata incautamente messa in pericolo da questo test”, è l’affondo del Dipartimento di Stato.
Quanto accaduto, si legge ancora nella nota, “dimostra chiaramente che la Russia, nonostante le sue affermazioni di opporsi all’armamento dello spazio esterno, è disposta a mettere a repentaglio la sostenibilità a lungo termine dello spazio esterno e mettere in pericolo l’esplorazione e l’uso dello spazio esterno da parte di tutte le nazioni attraverso il suo comportamento sconsiderato e irresponsabile”.
Il test militare non è stato denunciato dalla Russia e al momento nessun commento è arrivato da Mosca. Di certo, l’incidente arriva in un momento di crescenti tensioni tra Mosca e Washington dopo la concentrazione di truppe russe al confine con l’Ucraina, dove secondo il governo di Kiev si sarebbero ammassati circa 90mila militari russi.
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