Mondiale basket, il Sud Sudan stacca il pass per Parigi 2024: “I bambini ora saranno orgogliosi del nostro paese”

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Le Bright Stars ora sono davvero leggenda. Il Sud Sudan ha guadagnato il pass per l’Olimpiade di Parigi 2024 battendo 101-78 l’Angola nell’ultima gara del girone M, uno dei quattro riservati ai piazzamenti dal 17° al 32°. Il primo posto del gruppo assicura ai giocatori di uno dei paesi più poveri del mondo la certezza di essere la più alta in classifica tra le africane.

Il Sud Sudan è stato indipendente soltanto dal 2011: considerato il paese più povero del pianeta, duramente colpito dalla guerra civile negli ultimi anni e privo in patria di un palazzetto al coperto, ha battuto in questo Mondiale Cina, Filippine e Angola, ha perso al supplementare contro Porto Rico e più nettamente con la Serbia. Nel girone africano delle qualificazioni alla Coppa del Mondo, il Sud Sudan era riuscito a vincere 11 delle 12 partite disputate nel girone di qualificazione africano, grazie anche all’ottimo lavoro dell’ex stella della Nba Luol Deng, presidente della federbasket locale e responsabile del reclutamento di tutti i giocatori. Fra i quali la guardia dei Chicago Bulls Carlik Jones, americano di nascita ma con passaporto sud-sudanesi, autore contro l’Angola di una straordinaria doppia doppia da 26 punti e 15 assist.

Il percorso del Sud Sudan fino a Manila

Il Sud Sudan era alla prima partecipazione alle qualificazioni mondiali e, da numero 63 del ranking Fiba, ha chiuso il girone al primo posto davanti a Egitto e Senegal. Del Sud Sudan era originario Manute Bol, il giocatore più alto di sempre (231 cm), scomparso nel 2010 e padre di Bol Bol, stella attuale degli Orlando Magic e compagno di squadra di Paolo Banchero. “Manute rappresentava le cose giuste” ha raccontato Luol Deng in un’intervista in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, nel giugno scorso. “Era famoso, giocava a basket, tutti parlavano della sua altezza, ma Manute tornava sempre a casa e restituiva ciò che gli era stato dato. Ecco chi era, e il basket non lo ha mai cambiato. Sono entrato nel mondo della pallacanestro perché Manute si è preso una vacanza per aiutare la comunità sud-sudanese in loco. Quindi, se non fosse stato per qualcuno che stava cercando di aiutare le persone del proprio paese d’origine, non avrei mai avuto le opportunità che ho avuto”. Diventato cittadino britannico, Luol ha anche giocato l’Olimpiade di Londra 2012 e ha fondato i Deng Camp, dai quali provengono alcuni dei cavalieri che hanno fatto l’impresa, la più grande per un paese che non ha mai vinto medaglie olimpiche nelle sue due partecipazioni. La BAL, il campionato panafricano di basket, nato dalla collaborazione tra Nba e Fiba, ha avuto anche una squadra sud-sudanese, il Cobra Sport di Juba.

Luol Deng: “I bambini ora saranno orgogliosi del loro paese”

Nel dopopartita, ottenuta la certezza della qualificazione a Parigi 2024, il presidente della federbasket Luol Deng si è lasciato andare a un lungo, commovente monologo: “Prima di tutto vogliamo sfruttare questa opportunità per rappresentare l’Africa al meglio. Noi abbiamo tanto talento, ma i nostri giovani sono costretti a emigrare in Usa o in Europa per mancanza di strutture. Spero che questa impresa sia un esempio per mostrare al resto dell’Africa che se investi davvero e metti tutte le cose a posto attorno ai nostri ragazzi avrai successo. E questo contribuirà a cambiare le cose. Tutto questo vale più del basket. È ora che tutti i bambini inizino ad essere orgogliosi del loro paese e che abbiano qualcosa di diverso di cui parlare, qualcosa di positivo. Investiamo nelle cose giuste, facciamo le scelte migliori. Se hai del talento nello sport, nell’arte, nella musica e non ci investi su, i bambini troveranno sempre qualcosa di diverso e spesso e volentieri non saranno cose positive”.
 

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