Al Mondiale di basket l’Africa si fa sentire. Tre nazionali, Sud Sudan, Capo Verde e Costa d’Avorio, hanno vinto le loro partite rispettivamente contro Cina, Venezuela e Costa d’Avorio. Tutt’e tre sono in corsa per il passaggio del turno. Ma anche per qualcosa di più. Assieme all’Egitto, già eliminato nel gruppo D, si giocheranno il posto per i Giochi di Parigi 2024: basterà stare davanti alle altre tre nella classifica finale. In questa corsa particolarissima la più forte sembra proprio il Sud Sudan, stato indipendente soltanto dal 2011, considerato il paese più povero del pianeta, duramente colpito dalla guerra civile negli ultimi anni e privo in patria di un palazzetto al coperto. Contro la Cina, una delle più grandi potenze mondiali, e non solo dello sport, il Sud Sudan ha vinto di 20: 89-69. E già alla prima a Manila aveva sfiorato sul successo contro Porto Rico: la gara si era chiusa dopo un supplementare. L’exploit delle Bright Stars non è comunque una vera sorpresa.
Nel girone africano delle qualificazioni il Sud Sudan era riuscito a vincere 11 delle 12 partite disputate nel girone di qualificazione africano, grazie anche all’ottimo lavoro dell’ex stella della Nba Luol Deng, presidente della federbasket locale e responsabile del reclutamento di tutti i giocatori. Fra i quali la guardia dei Chicago Bulls Carlik Jones, americano di nascita ma con passaporto sud-sudanese, che contro la Cina di Sasha Djordjevic è stato il miglior marcatore della sua squadra, con 21 punti.
Il percorso del Sud Sudan fino a Manila
Il cammino è stato assai accidentato, prima. Il Sud Sudan era alla prima partecipazione alle qualificazioni mondiali e, da numero 63 del ranking Fiba, ha chiuso il girone al primo posto davanti a Egitto e Senegal. Del Sud Sudan era originario Manute Bol, il giocatore più alto di sempre (231 cm), scomparso nel 2010 e padre di Bol Bol, stella attuale degli Orlando Magic e compagno di squadra di Paolo Banchero. “Manute rappresentava le cose giuste” ha raccontato Luol Deng in un’intervista in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, nel giugno scorso. “Era famoso, giocava a basket, tutti parlavano della sua altezza, ma Manute tornava sempre a casa e restituiva ciò che gli era stato dato. Ecco chi era, e il basket non lo ha mai cambiato. Sono entrato nel mondo della pallacanestro perché Manute si è preso una vacanza per aiutare la comunità sud-sudanese in loco. Quindi, se non fosse stato per qualcuno che stava cercando di aiutare le persone del proprio paese d’origine, non avrei mai avuto le opportunità che ho avuto”. Diventato cittadino britannico, Luol ha anche giocato l’Olimpiade di Londra 2012 e ha fondato i Deng Camp, dai quali provengono alcuni dei cavalieri che hanno fatto l’impresa, la più grande per un paese che non ha mai vinto medaglie olimpiche nelle sue due partecipazioni. La BAL, il campionato panafricano di basket, nato dalla collaborazione tra Nba e Fiba, ha avuto anche una squadra sud-sudanese, il Cobra Sport di Juba.
Carlick Jones: “Non abbiamo ancora finito”
Wenyen Gabriel è la stella, l’uomo-copertina. Nell’ultima stagione ha fatto delle comparsate nei Lakers, ma in carriera ha giocato anche nei Kings, nei Trail Blazers, nei Pelicans, nei Nets e nei Clippers. 145 gare in Nba, ala grande, numero 32 ma solo in nazionale – perché nei Lakers la 32, dopo Magic, non apparterrà mai più a nessuno -. L’altro Nba è Carlik Jones, guardia dei Bulls. “No, non abbiamo ancora finito. Non voglio parlare della prossima partita perché abbiamo vinto la prima partita. Voglio solo godermi la notte”. “È fantastico vincere. Ci sentiamo benedetti e onorati di far parte di tutto questo, di stare con i miei fratelli. È una sensazione fantastica. Quello che abbiamo passato per arrivare a questo punto… la gente non capisce che questo è fonte di ispirazione. È emozionante. La gente potrebbe non comprendere appieno la storia che c’è dietro, quello che abbiamo passato”, ha detto Nuni Omot, che ha messo a referto 14 punti. La gara da dentro o fuori per i sud-sudanesi sarà quella contro la Serbia, mercoledì 30. In caso del passaggio del turno, le Bright Stars potrebbero trovare sul proprio cammino l’Italia.
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