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Monte dei Paschi, Unicredit rompe gli indugi: trattativa in esclusiva con il Mef per l’acquisizione

MILANO – Unicredit rompe gli indugi sul Monte dei Paschi e con una nota diffusa nella sera di giovedì annuncia il via a una trattativa con il Ministero dell’Economia, azionista di maggioranza della banca senese dopo il salvataggio, “per una potenziale operazione avente ad oggetto le attività commerciali di Mps, attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio”. La banca, spiega una nota, avvierà con il Tesoro “interlocuzioni in esclusiva per verificare la fattibilità dell’operazione”.

L’istituto guidato da Andrea Orcel, banchiere che fino ad ora pareva freddo sull’acquisizione, spiega che “una potenziale operazione permetterebbe al Gruppo di accelerare i piani di crescita organica e agevolare il raggiungimento di ritorni sostenibili superiori al costo del capitale”. Nel comunicato, Unicredit rimarca che “Mps potrebbe contribuire, subordinatamente alla definizione del perimetro dell’operazione, circa 3,9 milioni di clienti, 80 miliardi di crediti alla clientela, 87 miliardi di depositi della clientela, 62 miliardi di masse in gestione e 42 miliardi di masse in amministrazione. L’operazione permetterebbe al Gruppo di rafforzare il posizionamento competitivo in Italia e in particolare nel Centro-Nord, dove si trova il 77% degli sportelli di MPS, contribuendo fra l’altro a una crescita della quota di mercato in Toscana di 17 punti percentuali, in Lombardia e in Emilia Romagna di 4 punti percentuali e in Veneto di 8 punti percentuali”.

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Unicredit figura anche “un incremento rilevante della profittabilità prospettica, preservando al contempo la posizione di capitale e migliorando la qualità dell’attivo e il profilo di rischio del Gruppo su base pro forma. Qualsiasi potenziale operazione avverrebbe nell’ambito dell’esistente focalizzazione da parte del Gruppo su liberazione del valore interno che rimane e rimarrà una priorità”.

Alla base della fattibilità dell’operazione, Unicredit dettaglia alcuni presupposti puntuali, concordati con il Tesoro:

• la neutralità della stessa rispetto alla posizione di capitale del Gruppo su base pro forma;
• un accrescimento significativo dell’utile per azione dopo aver considerato le possibili sinergie nette dell’operazione ed in ogni caso il mantenimento dei livelli attuali di utile per azione anche prima di tener conto delle possibili sinergie al 2023;
• l’esclusione di contenziosi straordinari non attinenti all’attività di ordinaria gestione bancaria e di tutti i relativi rischi legali, attuali o potenziali;
• l’esclusione dei crediti deteriorati e l’adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito che siano identificati anche a seguito della due diligence attraverso modalità da definire;
• l’accordo sulla gestione del personale in funzione del compendio inerente all’esercizio delle attività commerciali, al fine di assicurare un’integrazione agevole, rapida ed efficace del business nel Gruppo.

La banca di Piazza Gae Aulenti dettaglia ancora che l’eventuale acquisizione di parti del Monte dei Paschi riceverà il via libera solo con il “positivo esito della verifica della sussistenza dei presupposti essenziali dell’operazione, della due diligence legale, patrimoniale, fiscale, contabile e industriale, e delle interlocuzioni con il MEF e MPS finalizzate ad addivenire a una più puntuale definizione della struttura, dei termini e del perimetro dell’operazione, nonché alla successiva definizione dei relativi accordi vincolanti. A seguito dell’annuncio in data odierna, UniCredit concorderà con MPS l’accesso ad una virtual data room dedicata per lo svolgimento dell’attività di due diligence”.

Il presidente Pier Carlo Padoan, conclude la nota di Unicredit, “pur in assenza di qualsivoglia conflitto di interessi e in piena indipendenza di giudizio, in ragione del suo precedente incarico di Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha ritenuto di astenersi dalla deliberazione del Consiglio di Amministrazione”.



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