Moratti: “Emozionato come nel 2007, ho fatto i complimenti a Zhang”

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Massimo Moratti ha saputo del risultato di Sassuolo Atalanta, e quindi dello scudetto nerazzurro, nella sua casa di campagna, a un’ora da Milano. “Sono contentissimo, è un’emozione meravigliosa. E senza essere più presidente l’avvicinamento a questo scudetto l’ho vissuto con più libertà. L’unica scaramanzia che mi sono concesso è stato non rispondere a voi giornalisti negli ultimi giorni”, dice, due minuti dopo il fischio dell’arbitro Pairetto a Reggio Emilia.

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Degli scudetti vinti dalla sua Inter, questo quale le ricorda?

“Direi quello del 2007, che vincemmo con distacco, in fuga, e facendo tutti i record possibili. Per il resto, ci è sempre toccato lottare fino all’ultimo, sia con Mancini sia con Mourinho”. 

A chi va il merito principale di questa vittoria?

“Antonio Conte ha fatto un lavoro eccezionale. La dirigenza lo ha supportato. I giocatori vorrei citarli tutti, ma dovendo scegliere dico Lukaku, Barella e Hakimi, che al primo anno ha fatto cose incredibili. Eriksen è stata la bella sorpresa di questa seconda parte di campionato. Ed è stato bravissimo Handanovic, a cui i tifosi dovrebbero perdonare i pochi piccoli errori che ha fatto, compensati da prestazioni eccezionali nelle partite che contano”.

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Come festeggerà questo diciannovesimo scudetto?

“Mi metterò addosso una maglia dell’Inter. Ne ho parecchie, ho solo da scegliere. A fine carriera molti dei miei giocatori me ne hanno regalate di bellissime e importanti. Ma quele sceglierò non lo dico, non voglio scontentare nessuno”.

Niente caroselli?

“Vediamo, rientrerò in città a sera, magari un giretto lo faccio. Di sicuro, aprirò una bottiglia di champagne con chi ho vicino. E finalmente richiamerò tutti gli interisti che mi hanno cercato negli ultimi giorni, a cui mi sono guardato bene dal rispondere”.  

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Steven Zhang è fra questi?

“Con lui ci siamo mandati diversi messaggi, gli ho fatto i complimenti per il lavoro che sta facendo. Mi ha scritto che vuole incontrarmi nei prossimi giorni e lo farò molto volentieri. A me lui piace moltissimo, così come mi piace suo padre. Spero davvero che l’Inter resti alla loro famiglia ancora a lungo. Ovviamente, con Conte in panchina”.

Mourinho ha detto che potrebbe tornare ad allenare in Italia, anche non all’Inter. Che effetto le fa?

“Gli allenatori son così, e non bisogna prendersela. A Mourinho vorremo sempre bene, qualsiasi scelta faccia, e ci mancherebbe altro. Dovesse tornare in Italia sarebbe una bella cosa, saprebbe divertire, interessare e stimolare tutto il mondo del calcio, come ha fatto ovunque. Gli auguro tutto il meglio”.

Le piacerebbe, prima della fine del campionato, vedere una partita a San Siro?

“Lo stadio vuoto è uno spettacolo che non mi piace. Non potere abbracciare il proprio compagno di posto, gridare da solo nel silenzio dopo un gol. Non fa per me. Ci tornerò molto volentieri quando si potrà farlo tutti insieme. Lo stadio non è solo una struttura fisica, è una cosa viva, è l’insieme dei tifosi. Senza tifosi non ha anima. A proposito di scaramanzia: per andare a San Siro, quando ero presidente facevo sempre la stessa strada”.

Era il percorso più breve?

“No, ma portava fortuna. La scaramanzia è proprio questo: sacrificare la razionalità alla magia. Mi è capitato di mettere in maggio, con il caldo, cravatte invernali che avevano portato bene in inverno. Lo stesso vale per maglioni e camicie. E mi è successo di usare lo stesso vecchio orologio per intere stagioni. Ecco, smesso di fare il presidente tutto questo è scomparso. Oggi sono solo un interista, e da interista mi godo il momento”.

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