Morti sul lavoro, la tragedia di Toumani: ucciso per sbaglio dall’amico del cuore nel cantiere del Siracusano

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Si erano conosciuti quando erano ancora minorenni nel centro Sprar Stella Maris di Siracusa, Toumani era del Gambia, Sani della Guinea Bissau. Entrambi erano arrivati in Italia con uno di quei barconi che tra il 2009 e il 2010 venivano intercettati a largo di Portopalo di Capo Passero e condotti a riva dalla guardia costiera. Erano diventati migliori amici, vivevano nella stessa casa e poco dopo il loro arrivo in Italia avevano trovato subito lavoro nel centro specializzato di autodemolizioni dei Fratelli Cultrera a Floridia. Qui venerdì scorso è avvenuta la tragedia. “Sani stava manovrando il ragno della gru che utilizza da sempre e per sbaglio ha colpito Toumani alla schiena, era il suo migliore amico”, racconta Abou Fofana collega e amico di entrambi i ragazzi “prima dell’incidente avevano fatto insieme la preghiera del venerdì in moschea a Floridia. Anche Toumani come me e Sani aveva un contratto regolare a tempo indeterminato, siamo stati sempre rispettati” aggiunge Fofana.

Dopo l’incidente gli operai dello stabilimento di autodemolizioni hanno chiamato il 118 e Toumani è stato prima trasferito al pronto soccorso Umberto I di Siracusa e successivamente al Policlinico di Catania dove è morto. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta e la salma è ora sotto sequestro nell’obitorio dell’ospedale per gli accertamenti sul corpo del ragazzo.  
Toumani Keita aveva 26 anni ed era amato da tutti, dai colleghi di lavoro e da chiunque lo abbia incontrato per strada a Floridia. “Non posso crederci, l’ho visto crescere, ricordo che giocavamo a calcio insieme nei tornei che disputavamo il lunedì sera contro gli studenti americani. Amava correre e voleva sempre segnare”, racconta Ramzi Harrabi, artista e mediatore culturale di lungo corso che a Siracusa negli anni ha fondato il Cultural studies centres.  Ramzi negli anni ha aiutato centinaia di ragazzi africani ad integrarsi a Siracusa e Toumani era uno dei suoi tanti “figli”.

“È stato uno sbaglio umano, il suo miglior amico è pietrificato, non parla, adesso bisogna aiutare anche lui”, spiega Harrabi.  “Sani che manovrava quella maledetta gru pochi mesi fa era riuscito a far arrivare in Italia sua moglie dopo anni e anni di sacrifici, cosa ne sarà di lui adesso, solo noi sapevamo quanto Toumani e Sani si volevano bene”, racconta Fofana. Gli amici e i colleghi di lavoro di Toumani si stanno interessando ora per poter far rientrare la salma in Gambia, nel villaggio di Banjoul da dove proveniva il ragazzo. “Abbiamo informato il nostro consolato e aspettiamo di apprendere cosa fare per poter procedere” dice Dawa Keita, il fratello maggiore di Toumani, 45 anni, arrivato anni fa in Italia dalla Spagna per poter aiutare il fratello più piccolo:”avevamo lo stesso sangue” aggiunge in lacrime Dawa . Toumani aveva lasciato il suo paese per costruire un futuro in Italia, sua moglie vive in Africa e non avevano figli. A Floridia mancheranno i suoi sorrisi, mancherà Toumani.

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