Morto Gianfranco Spadaccia, leader storico dei Radicali e maestro di Rutelli e Bonino

Pubblicità
Pubblicità

Negli ultimi anni Gianfranco Spadaccia, morto oggi a Roma a 87 anni, si era fatto più appartato e malinconico, e guardava alle cose della politica con elegante distacco. È stato un gran signore della vita parlamentare italiana, colto e acuminato, uno, ricorda Lorenzo Strik Lievers, che fu suo collega al Senato tra il 1987 e il 1992, che quando parlava induceva tutto l’emiciclo a un gran silenzio.

Laureato in legge, giornalista, da giovane era stato socialdemocratico, per poi, dopo un passaggio nell’Unione goliardica italiana, passare ai Radicali al momento della fondazione nel 1955 da parte di Mario Pannunzio ed Ernesto Rossi, poi rifondato da Marco Pannella nel 1962, di cui fu a lungo il braccio destro. Del partito fu due volte il segretario, dal 1967 al 1968, e dal 1974 al 1976: l’uomo macchina del partito, il maestro di molti talenti, da Adelaide Aglietta a Emma Bonino, che così lo ricorda: “Per me è stato come un fratello più grande e credo sia stato così per molti altri radicali”

L’anno scorso aveva pubblicato un libro bello, Il Partito radicale. Sessant’anni di lotte tra memoria e storia, edito da Sellerio. La vicenda più clamorosa, di cui era stato protagonista, avvenne negli anni Settanta. Il 9 gennaio 1975 i carabinieri fecero irruzione in una vecchia villa alla periferia della città, dove una quarantina di donne attendevano di abortire. L’aborto era illegale e l’associazione Cisa, fondata a Milano da Adele Faccio, forniva assistenza alle donne in una clinica alle porte di Firenze. Il magistrato, Carlo Casini, si era mosso sulla base di un’inchiesta giornalistica del settimanale di estrema destra, Candido, diretto dal senatore missino Giorgio Pisanò: “A Firenze abbiamo scoperto l’industria rossa degli aborti”, era il titolo del giornale. Venne arrestato il medico, che vi operava, Giorgio Conciani, Appena avuta notizia Spadaccia si autodenunciò: “L’appoggio al Cisa è un impegno congressuale del Partito radicale”. Si assunse quindi  la responsabilità di quella disubbidienza civile  e si mise a disposizione di Casini. All’alba del 13 gennaio Spadaccia venne arrestato.

Quella battaglia per togliere dall’illegalità le donne che intendevano abortire condusse poi alla depenalizzazione reato, e alla legge, la legge 194, che adesso la destra vorrebbe rimettere in discussione.

In tanti hanno espresso il loro omaggio al vecchio maestro: da Francesco Rutelli a Massimo Teodori, da Riccardo Magi a Benedetto Della Vedova che gli ha dedicato il voto. A un certo punto, alla fine degli anni Novanta, in dissenso con Pannella, preferì  ritirarsi dalla scena pubblica. Ebbe molte offerte di ricandidature, ma le declinò: aveva indossato una sola maglia e non ne voleva altre. Era poi rientrato, anni dopo, come promotore di + Europa, di cui all’inizio fu anche presidente. E in un tempo di trasformismo spinto, e di leader volubili, l’intima coerenza a un’unica fede ne risalta la serietà.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *