Morto Harry Belafonte, aveva 96 anni: la voce del calypso e degli afroamericani

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Harry Belafonte è morto all’età di 96 anni. L’artista, uno dei cantanti più famosi e attivi degli anni Cinquanta e Sessanta, secondo quanto riporta il New York Times, che cita Ken Sunshine, il suo portavoce di lunga data, è deceduto nella sua casa nell’Upper West Side di Manhattan a causa di una insufficienza cardiaca. L’artista era nato il primo marzo del 1927 a New York da genitori giamaicani.

La carriera

Negli anni 50 Belafonte aveva sfondato le classifiche pop ma anche le barriere della razza, diventando una forza nel movimento per i diritti civili e portò alla ribalta la musica caribica con canzoni come Day-O (The Banana Boat Song) e Jamaica Farewell. Il suo album Calypso, che le conteneva entrambe, fu il primo di un artista a vendere più di un milione di copie.  Fu soprannominato all’epoca “il re del calypso” per aver reso popolare la musica caraibica. Per tutta la sua carriera si è inoltre battuto a favore di cause legate ai diritti umani e umanitarie.

Quando Belafonte al Tonight Show cambiò per sempre la tv Usa

Nato ad Harlem da genitori giamaicani, la governante Melvin Love (figlia di padre afro-giamaicano e madre scozzese-giamaicana) e il cuoco Harold George Bellanfanti Sr, nel 1935 si trasferisce con la madre ad Aboukir in Giamaica. Nel 1939 torna a New York e frequenta la George Washington High School, dopodiché si arruola nella marina degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.

La sua carriera di musicista inizia alla fine degli anni Quaranta, quando comincia a esibirsi in vari spettacoli collaborando anche con l’American Negro Theatre. Nel 1952 incide il suo primo singolo, Matilda, ma il grande successo arriva con l’album Belafonte del 1956 e poi con Calypso nel quale spicca la famosa Banana Boat Song.

Belafonte al cinema

Nel 1959, nel ruolo del minatore Ralph Burton, è protagonista del film La fine del mondo, un film fantascientifico in cui, dopo un disastro termonucleare, un minatore pare essere l’ultimo sopravvissuto fino all’incontro con una ragazza della quale si innamora e che porterà ad un’accesa rivalità con colui che in seguito si rivela il terzo sopravvissuto. Per motivi di censura (negli Stati Uniti del tempo vigeva ancora la segregazione) nel film non ci sono scambi di effusioni tra il protagonista e la ragazza.

Buonanotte Belafonte, dorme in diretta tv

Tra gli altri film che lo hanno visto nel ruolo di attore ci sono Carmen Jones di Otto Preminger (1954), Strategia di una rapina (Robert Wise, 1959), Kansas City di Robert Altman (1996), Non predicare… spara! di e con Sidney Poitier (1972), Bobby (Emilio Estevez, 2006) sull’assassinio di Bob Kennedy.

Spicca un documentario sulla sua vita, Sing your song, diretto dalla regista Susanne Rostock. Il film racconta la sua carriera riservando una particolare attenzione al suo impegno politico e civile. “Malcom X ha bussato una volta alla porta di casa mia – racconta Belafonte nel documentario – ho potuto abbracciare e discutere con Nelson Mandela. Ho vissuto alcuni tra gli avvenimenti che hanno fatto la differenza tra prima e dopo. A volte non riuscivo a credere ai miei occhi”.

We are the world

Nel 1985 partecipa a Usa for Africa, il supergruppo di 45 celebrità della musica – tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen – che realizza We are the world prodotta da Quincy Jones. I proventi del brano vengono devoluti alla popolazione dell’Etiopia afflitta da una carestia. Il brano vince il Grammy Award come canzone dell’anno, disco dell’anno e miglior performance di un duo o gruppo vocale pop.

“Sing your song”, la vita straordinaria di Harry Belafonte

Durante la sua lunga carriera, oltre a interpretare diversi film, Belafonte mantiene un forte impegno per il riconoscimento dei diritti degli afroemericani. È il primo afroamericano a ricevere il Kennedy Center Honors nel 1989, successivamente riceve anche la National Medal of Arts (1994) e il Grammy Lifetime Award nel 2000. Tiene il suo ultimo concerto nel 2003, mentre nel 2012 riceve il Pardo alla carriera dal Festival Internazionale del film di Locarno.

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