Mr. Rain, la popstar che scrive solo se piove: “Per il mio compleanno il concerto più bello, ma che emozione cantare Supereroi al Papa”

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Mr. Rain è appena sceso dal palco del Mediolanum Forum di Milano dove per la prima volta si è esibito con un suo concerto. Un punto di arrivo per Mattia Belardi, questo il vero nome del rapper di Desenzano sul Garda, terzo classificato all’ultimo Festival di Sanremo con il brano Supereroi. È stata un’occasione unica per i fan che hanno gremito gli spalti del palazzetto tutto esaurito, alla vigilia del compleanno del rapper bresciano e a conclusione del tour proseguito per tutta l’estate. Ospiti dello show Clara, Sangiovanni, Alfa, Fasma e Birdy, arrivata appositamente da Londra, con la quale Mr. Rain aveva cantato in duetto Non c’è più musica. In questa intervista Mr. Rain parla dei suoi progetti, dell’album in arrivo nel 2024 e della sua recente esibizione in Vaticano di fronte a Papa Francesco.

Com’è stato il concerto al Forum?

“Sono contento e felice, è un bellissimo traguardo dopo 15 anni di gavetta in cui ho lavorato e studiato, ho cercato di migliorarmi sempre più, sono salito sul palco che è sempre stato uno dei miei sogni più importanti. E’ stata la data che ha segnato la fine del tour di quest’anno e l’inizio di qualcosa di nuovo. Un vero punto di svolta”.

Il concerto cadeva il giorno prima del suo compleanno.

“Sono sceso dal palco e poco dopo è iniziata la mia festa, un bellissimo momento, il regalo più bello che potessi avere. In tutta la mia vita non ne ho mai ricevuto uno più bello di questo”.

Quanti anni ha compiuto?

“Purtroppo sono 32”. (ride)

Il Mediolanum Forum è il posto più grande in cui ha tenuto un suo concerto?

“Per un concerto tutto mio sì, anche se mi sono esibito di fronte a pubblici anche più grandi di questo in occasioni di festival o rassegne simili. Nel mio tour estivo c’erano di media 3 o 4 mila spettatori a concerto. A Roma in due date mi hanno visto in 6 mila. Il Forum comunque è un simbolo per Milano e l’ho sempre considerato un mio punto di arrivo, sono contento di averlo fatto. Ora mi manca lo stadio San Siro, spero di poterci arrivare, un giorno”.

Tra un anno esatto terrà un nuovo appuntamento al Forum e uno anche al palasport di Roma.

“Esatto e per quella data sarà già uscito il mio secondo album, previsto nel 2024. Sarà un altro anno colmo di belle cose e di lavoro, sarò molto impegnato ma non mi pesa”.

Sono cose che ha raggiunto per gradi.

“Per fortuna faccio il Forum ora che ho 32 anni, ho una testa diversa, sono una persona più matura, se lo avessi fatto a 20 anni forse non me lo sarei goduto così tanto come in questa occasione, felice di festeggiarlo insieme a chi era lì con me. Del concerto ho curato sia la parte musicale che i visual in ogni passo, questo show è un pezzo del mio cuore”.

Sono stati molti anche gli ospiti.

“Ho cercato di invitare le persone con le quali ho collaborato in questi anni, quelle libere ovviamente perché sfortunatamente alcune non potevano. Si sono esibiti con me Clara, Sangiovanni, Alfa, Fasma e sono riuscito a far arrivare direttamente da Londra Birdy, con la quale avevo cantato nel duetto Non c’è più musica. Sul palco mi ha accompagnato una band con basso, batteria, pianoforte, due chitarre e sei archi. C’era anche lo stesso coro di bambini di Sanremo per Supereroi e il maestro Melozzi che mi ha seguito in tutti i miei passi al Festival”.

Non è così frequente che nei concerti di un rapper la musica venga suonata davvero.

“Ne sono consapevole ma essendo il produttore di me stesso tengo grande attenzione a portare musica suonata al 99 per cento live. Spero di continuare con concerti di questo calibro e di ampliare sempre più la band, vorrei arrivare ad aver un’orchestra intera”.

Da Sanremo è cambiato qualcosa rispetto alla necessità per lei di scrivere quando c’è la pioggia?

“No, io scrivo ancora sempre solo quando c’è la pioggia, quando c’è il sole produco e sono in studio a fare altre cose. Continuo ad avere questo rapporto molto stretto con la pioggia”.

Nel tempo si è fatto vivo qualcuno incuriosito da questo aspetto, uno studioso o anche uno psicologo?

“Per ora no ma se qualcuno un giorno volesse scrivermi e contattarmi per saperne di più sarei felice di parlarne perché è una cosa che mi riguarda al 100 per cento. Perché questa è l’unica cosa, o forse una delle poche cose, che non riesco a controllare di me, un conflitto con me stesso: a me piacerebbe scrivere sempre ma purtroppo o fortunatamente scrivo solo quando piove. A questo punto speriamo si faccia vivo qualcuno, mi piacerebbe capirne di più di questa cosa”.

“Supereroi” ha avuto una versione in spagnolo che avete cantato di fronte al Papa, il quale tra l’altro l’ha anche citata.

“Ero stato invitato a cantarla nell’Aula Nervi in Vaticano di fronte al Papa Francesco per la Giornata mondiale dei bambini e, poiché era appena uscita la versione cantata in spagnolo con Beret, mi è sembrato carino cantarne con lui anche una parte in spagnolo. Questo anche per renderla ancora di più internazionale e cantarla di fronte a una platea di 8 mila bambini da tutto il mondo. Con il suo messaggio così forte e puro è stato emozionante. Intanto da qualche mese sto studiando spagnolo, voglio sperimentare e fare altre canzoni in spagnolo, mi sono proiettato anche verso l’estero. La versione con Beret ha già avuto un buon riscontro anche in Spagna”.

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Il suo artista preferito è Eminem, ha visto qualcuno dei suoi concerti?

“Fortunatamente nel 2013 riuscii ad andare a Parigi per il concerto con Kendrick Lamar e poi l’ho visto nel 2019 a Milano: ero in prima fila a piangere, è stato fantastico”.

Le piacerebbe incontrarlo ed eventualmente cosa gli direbbe?

“E’ uno dei miei sogni e spero di poterlo fare. Gli spiegherei che è anche grazie a lui se sono entrato nel mondo della musica, è stato l’esempio musicale, una fonte di ispirazione specialmente nella prima fase quando mi sono approcciato alla musica e ho cominciato a scrivere testi e a fare le mie basi. Quindi lo ringrazierei è stato fondamentale, lo abbraccerei per cinque minuti di fila”.

Qual è la cosa che l’ha ispirata di più?

“Sicuramente il suo modo di raccontare le cose, anche quelle più provocatorie e taglienti, è quello il tratto distintivo che mi ha fatto innamorare della sua musica e dei suoi dischi”.

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