Mutui, con il rialzo dei tassi Bce la rata diventa più cara di 50 euro

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MILANO – La Bce ha deciso di alzare il costo del denaro di 75 punti base. Si tratta di una mossa attesa dai mercati, che avrà comunque ripercussioni sulla vita di tutti i giorni, in particolare per chi ha finanziamenti (o progetta di aprirne) e risparmi. L’annuncio odierno dell’Eurotower porta i tassi di Interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale salgono rispettivamente al 2%, al 2,25% e all’1,50%.

Mutui in rialzo, 50 euro in più di rata

I riflessi più diretti della scelta di muovere il costo del denaro si vedono, ad esempio, in banca per la rata del mutuo. Il mercato si aspetta il prosieguo della stretta monetaria, infatti già qualche giorno fa Repubblica aveva ricostruito come i future sull’Euribor – il parametro per i mutui variabili che è più sensibile alle scelte della Bce – proiettino sopra il 3% entro giugno 2023 per poi oscillare negli anni seguenti tra il 3% e il 3,5%.

Facile.it, portale che compara anche i prodotti di finanziamento, stima che quest’ultima mossa potrebbe tradursi, nei prossimi mesi, in un incremento delle rate dei mutui variabili degli italiani, con rincari fino a 50 euro al mese per un finanziamento medio, e un aggravio complessivo di circa 150 euro da inizio anno. “Per sapere quale sarà l’aumento effettivo delle rate bisognerà attendere di vedere come si muoverà l’Euribor, perché se è vero che l’indice cambia sulle base delle aspettative dei tassi BCE, non è detto che lo faccia in misura uguale ai tassi della Banca centrale”, spiega Ivano Cresto, Managing Director prodotti di finanziamento di Facile.it. “Fermo restando che l’impatto sarà diverso per ciascun mutuatario in base all’importo residuo del finanziamento e al numero di rate ancora da pagare; più si è vicini alla fine del piano di ammortamento, minore sarà l’effetto sulle rate”.

Immaginando un aumento dell’Euribor in linea con quello dei tassi Bce, un mutuatario che ha sottoscritto un finanziamento variabile da 126.000 euro a gennaio 2022 si troverebbe quindi a pagare nei prossimi mesi una rata da 604 euro, vale a dire 50 euro in più rispetto ad oggi e 150 euro in più da inizio anno (+32%). “Aumenti significativi che stanno mettendo sotto pressione molte famiglie già alle prese con il caro-energia”, dice il portale che ha commissionato una indagine a mUp Research e Norstat, per la quale 2,4 milioni di italiani con un mutuo a tasso variabile hanno dichiarato di aver avuto difficoltà, nei primi 9 mesi dell’anno, a rimborsare il finanziamento e addirittura 218.000 mutuatari hanno dovuto saltare una o più rate. Guardando ai future, l’Euribor a tre mesi è proiettato verso il 2,24% a fine anno e se così fosse, la rata del mutuo simulato salirebbe addirittura a 630 euro, vale a dire 174 euro in più rispetto a inizio anno.

Non dissimile la stima dell’Unione nazionale dei consumatori, che accoglie il rialzo dei tasso come una “pessima notizia” e quantifica, sul mutuo di durata e importo medio, il rincaro in 52 euro al mese. Anche il Codacons si muove in questo range di stima: “Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile salirà tra i 40 e i 50 euro per effetto del nuovo aumento dei tassi deciso dalla Bce”. Se però si considerano tutti gli incrementi degli ultimi mesi, “la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 120 e i 150 euro rispetto a quanto pagato lo scorso anno, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +1.440 e +1.800 euro all’anno”.

L’impatto sui tassi fissi: +7% di costo, 13mila euro in tutto

MutuiOnline permette di ragionare anche di quel che succede ai tassi fissi, dove il riferimento è invece l’Eurirs. Nel caso a 20 anni, questo da inizio anno è già cresciuto di oltre 250 punti base superando nell’ultima settimana il 3% e per il portale “sarà probabilmente impattato in misura minore dalle decisioni dell’Eurotower”. Calando nel concreto queste prospettive, MutuiOnline ipotizza lo scenario per un impiegato di 39 anni che richiede un mutuo di 140.000 euro per un immobile da 200.000 euro, quindi con un loan to value del 70%. “Fino a ieri la migliore offerta a tasso fisso aveva un tasso del 3,36% e prevedeva il pagamento di 802 euro mensili. Con l’aumento di 75 punti base la rata diventerebbe 857 euro, aumentando quindi del 7%, e costando oltre 13mila euro in più nell’arco di 20 anni”, dice il portale. In proporzione, dunque, il “tasso variabile crescerebbe in proporzione di più: la migliore offerta al momento prevede un pagamento di 641 € al mese, con tasso 0,95%, che diventerebbero 689 € se il tasso salisse a 1,70%, richiedendo un esborso di oltre 11k€ in più”.

Per Alessio Santarelli, direttore generale del gruppo MutuiOnline, non ci sarà “un impatto significativo sul mercato dei mutui a seguito di questa nuova, ampiamente anticipata, manovra della BCE. L’effetto dei due aumenti precedenti è stato infatti sostanzialmente neutro: nel terzo trimestre i finanziamenti erogati per acquisto, secondo i dati di Assofin, sono leggermente calati del 4% rispetto all’anno precedente, ma rimangono in aumento del 26% rispetto al 2019, prima della pandemia. L’aumento dei tassi poi non ha grande impatto sul merito di credito e sulla bancabilità dei potenziali acquirenti e li spinge ad accelerare il processo di acquisto per accaparrarsi buone offerte per il timore che salgano ancora i tassi. Inoltre è importante ricordare che il mercato immobiliare italiano è in salute, con una crescita del costo medio degli immobili pari a solo il 6%; diversa è la situazione in altri paesi, sia in Europa sia oltreoceano, dove l’aumento del costo degli immobili è stata di oltre il 30% negli ultimi tre anni e ci si possono aspettare delle inversioni di tendenza del mercato”.

Cambiamenti in vista anche per finanziamenti, titoli di Stato e depositi

Non solo i mutui sono direttamente impattati dalle modifiche dei tassi ufficiali. Per quel che riguarda i prestiti al consumo, a dire il vero, non ci sono legami diretti con un tasso di riferimento e di solito il loro adeguarsi ai tassi in generale è pù lento. lentezza rispetto alle rate del mutuo. Ma è ovvio che il conto della Bce, prima o poi, arriverà anche al prestito di liquidità (il più diffuso), cioè quello che viene chiesto per far fronte alle spese correnti e non per un singolo acquisto, o al finanziamento per comprare la macchina e i mobili a rate.

Ma la novità impatta anche dall’altro versante, ovvero chi ha risparmi da investire. Sono infatti in aumento le offerte di conti deposito, ad esempio, mentre i rendimenti obbligazionari si adeguano in generale al nuovo scenario di tassi. Proprio oggi, ad esempio, il Tesoro ha collocato Bot semestrali per 6 miliardi di euro, con un rendimento lordo che si è portato sopra la soglia del 2% con un livello massimo dal 2012.

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