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Myanmar, quasi 600 vittime dall’inizio delle proteste. I militari occupano l’ambasciata a Londra

 Il bilancio dei morti dall’inizio delle proteste anti golpe in Myanmar ha sfiorato quota 600: lo riporta l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici (Aapp). Secondo l’organizzazione non profit per la difesa dei diritti umani basata in Thailandia, mercoledì sono state uccise 12 persone, mentre altre cinque che avevano perso la vita nei giorni scorsi ma non erano state conteggiate sono state aggiunte al totale: i nuovi dati portano la somma complessiva delle vittime a quota 598. Ci sono poi 2.847 persone finite in carcere.

Il caos nel Paese asiatico ha ripercussioni pure nel Regno Unito. L’ambasciatore del Myanmar a Londra, Kyaw Zwar Minn, ha accusato l’addetto militare della sede diplomatica di aver “occupato” l’edificio e di impedirgli di rientrare. “Sono chiuso fuori”, ha dichiarato ai giornalisti il diplomatico, che si era espresso contro il colpo di Stato militare dello scorso 1° febbraio e aveva chiesto la liberazione della leader del governo civile Aung San Suu Kyi. Kyaw Zwar Minn ha raccontato ai cronisti che al suo staff è stato chiesto di lasciare l’edificio e ha descritto gli eventi di oggi come “una sorta di colpo di Stato, nel mezzo di Londra”.

L’ambasciatore del Myanmar nel Regno Unito, Kyaw Zwar Minn, di fronte alla sede dell’ambasciata di Londra (afp)

Immagini trasmesse dai media britannici mostrano l’ambasciatore impegnato a discutere con la polizia che, secondo la Bbc, sarebbe stata chiamata per impedire ai suoi assistenti di rientrare nell’edificio. Secondo fonti diplomatiche, il vice ambasciatore, Chit Win, avrebbe assunto le funzioni di Kyaw Zwar Minn. Un portavoce del ministero degli Esteri britannico ha dichiarato alla Bbc che il Foreign Office sta “cercando di fare chiarezza sullo status attuale dell’ambasciatore del Myanmar a Londra, in linea con il protocollo diplomatico”.



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