Il Napoli che ha travolto la Juventus viene da lontano. E’ la conferma della squadra del campionato scorso, quando lo scudetto non è arrivato per aver perso punti facili in casa. Ma è lo stesso gioco, la stessa voglia di vincere, il non voler far giocare gli altri, di fare anche una difesa vecchio stampo per proteggere Meret. Tutte cose che servono per vincere lo scudetto. Quello scudetto che sarebbe giusto venisse assegnato subito, perché sarebbe un messaggio per il calcio: la squadra che gioca meglio vince, è finita l’era di chi la spunta facendo un contropiede. Il Napoli esprime una cifra tecnica meravigliosa: basta vedere i gol, che vedono tutti la partecipazione di gran parte della squadra. Non ci sono più aggettivi per magnificare il lavoro di Spalletti: i giocatori esprimono una facilità eccezionale nel trovarsi, vuol dire che a parte le qualità tecniche esiste anche una base tattica e psicologica.
Anche se la Juve avesse vinto avrei detto le stesse cose. Quale presente e futuro può avere una squadra che manda in campo Di Maria. McKennie, Rabiot, Kostic? La ripresa della Juve dopo la brutta partenza di campionato è avvenuta con ragazzi di belle speranze, e mi sarebbe piaciuto se Allegri avesse iniziato la partita con loro. Questo è stato il rammarico della serata, sarebbe stato meglio perdere 5-1 con i giovani. Invece si è perso con Rabiot, Alex Sandro e Bremer, che non hanno giocato all’altezza della fiducia che ha dato il tecnico.
Il futuro delle due. Il Napoli può gestire il largo vantaggio con una ricetta semplice, giocando bene e dimostrando che la presunzione se va di pari passo con i risultati è il massimo perché diventa consapevolezza di forza. La Juve: con l’esperienza dei giocatori Allegri può puntare al quarto posto, il lato economico è importante. Ma è altrettanto importante imporre giovani per il futuro.
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