Naufragio al largo di Lampedusa, aperto un fascicolo. Sull’isola, arrivate quasi mille persone

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C’è un fascicolo aperto sul naufragio costato la vita ad almeno ventitré persone al largo di Lampedusa nella notte fra sabato e domenica di Pasqua.

Se ne è avuta notizia solo grazie all’intervento di Nadir, la nave dell’ong Resqship, inviata a verificare la situazione dal centro di coordinamento e soccorso di Roma. “Nelle ore precedenti – fanno sapere dall’ong – siamo intervenuti per soccorrere altre sette imbarcazioni, le abbiamo stabilizzate, abbiamo distribuito giubbotti di salvataggio e siamo rimasti a monitorarle in attesa dell’intervento della Guardia Costiera”. Per quell’ultima imbarcazione segnalata nella notte, non c’è stato il tempo. Quando Nadir l’ha raggiunta i naufraghi erano già tutti in acqua.

Tra i naufraghi soccorsi anche una donna incinta

In quelle ore, tutte le motovedette erano impegnate in operazioni di soccorso e nel Mediterraneo svuotato di assetti di soccorso, solo grazie all’intervento di una delle imbarcazioni della flotta civile ventidue persone sono state messe in salvo. “Il vento li aveva allontanati dal punto in cui la barca si era inabissata. Siamo riusciti a individuarli ascoltando le loro disperate grida di aiuto”, racconta da bordo Martin Kolek. Di due uomini invece sono stati recuperati solo i cadaveri. Ma almeno diciotto uomini, donne e forse bambini che erano su quel barchino in ferro adesso mancano all’appello.  

Bassissimo sull’acqua, instabile, sovraccarico come tutti quelli che da mesi partono dalla Tunisia, si è progressivamente riempito d’acqua, fino a inabissarsi. Tutti sono finiti in acqua. Quando Resqship li ha individuati, da ore lottavano per resistere fra le onde. “Ci hanno spiegato che la loro barca si era inabissata almeno due ore prima”, spiega Kolek.

Mediterraneo svuotato di navi ong, ma la Guardia costiera da sola non ce la fa

“Mentre l’Europa celebra la Pasqua, nel Mediterraneo continuano a verificarsi tragedie. La guardia costiera italiana è sopraffatta dalle richieste di aiuto che arrivano da persone che attraversano il Mediterraneo su barche insicure, mentre ogni ora vengono segnalate nuove emergenze in mare”.

A Lampedusa quasi in mille in 24 ore, naufraghi a Ong: “Diversi migranti dispersi”

La Nadir è l’unica nave della flotta civile attualmente operante nel Mediterraneo centrale. Humanity1 è partita da Burriana nei giorni scorsi, Geo Barents e Life Support hanno annunciato nuove missioni a breve. Per questo l’equipaggio della ong Resqship, attualmente ancora in porto a Lampedusa, ha fretta di riprendere il mare. Il meteo sta peggiorando rapidamente e potrebbe sorprendere molti che hanno iniziato la traversata quando le condizioni erano più favorevoli.

Naufraghi accompagnati a Lampedusa, l’hotspot nuovamente al collasso

I naufraghi soccorsi da Resqship e accompagnati a Lampedusa, sul molo Favaloro sono arrivati terrorizzati, molti con gravi segni di ipotermia, spossati, ancora increduli per essere sopravvissuti. Immediatamente portati al Poliambulatorio, sono stati subito visitati. “Fra loro c’era anche una donna incinta. Tutto sommato, le loro condizioni non erano preoccupanti, altrimenti avremmo subito organizzato i trasferimenti in Sicilia”, spiega il dottore Francesco D’Arca, responsabile del Poliambulatorio. Completamente zuppi, stravolti, non sono stati in grado di raccontare nulla di quanto successo nella notte. Gli agenti della squadra mobile di Agrigento, hanno subito tentato di interrogarli, ma i naufraghi sono troppo provati per riuscire a parlare. “Ci siamo procurati dei vestiti per permettere loro di cambiarsi – racconta D’Arca – li abbiamo monitorati per diverse ore, poi non abbiamo potuto fare altro che farli trasferire in hotspot”. 

Nel centro di contrada Imbriacola al momento sono costrette a sopravvivere più di 1800 persone, nonostante la Prefettura abbia disposto i primi trasferimenti. E come sempre, nel centro di contrada Imbriacola, si dorme all’addiaccio, si sgomita per una doccia, per il cibo, per un materasso da buttare a terra e riprendere le forze dopo la traversata. Nelle ultime ventiquattro ore, più di mille persone sono arrivate sull’isola, altre cinquecento circa il giorno prima. Fra loro, tantissime donne e bambini in fuga dalla Tunisia.

Quattrocento in pericolo al largo di Malta. Alarm phone: “A bordo casi medici urgenti”

Ma anche dalla Libia si scappa come si può e su imbarcazioni sempre più precarie. Da due giorni Alarm phone segnala inutilmente un barcone in difficoltà, partito da Tobrouk con quattrocento persone a bordo. 

Le immagini scattate da SeaBird, l’aereo dell’ong SeaWatch, mostrano il barcone stracarico di gente, mentre le condizioni meteo peggiorano di ora in ora. Secondo quanto riferito da Alarm phone, ieri Malta avrebbe chiesto a un mercantile di avvicinarsi, ma solo per fornire carburante. “Una donna ha denunciato la gravità delle condizioni a bordo – informano da Alarm phone –  Il capitano se n’è andato e non c’è nessuno che possa governare la barca. Diverse persone richiedono cure mediche, inclusi un bambino, una donna incinta e una persona con disabilità fisica. C’è urgente bisogno di soccorsi!”

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