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Navi da guerra americane per la Grecia: accordo da 9,4 miliardi di dollari

Non si ferma la corsa agli armamenti nel Mediterraneo. E la nuova mossa di Washington rischia di innescare un doppio fronte di tensione, nei confronti della Turchia e della Francia. Il Dipartimento di Stato ha annunciato un accordo militare con la Grecia da 9,4 miliardi di dollari. La parte più consistente riguarda la vendita di tre fregate costruite da Lockheed Martin, che costeranno 6,9 miliardi: si tratta di una variante delle navi da
combattimento LCS, prodotte negli Usa in collaborazione con la filiale americana di Fincantieri. Le unità vengono presentate come multi-ruolo, con radar, missili e artiglierie per operare nelle acque costiere degli arcipelaghi davanti alla Turchia o per agire in alto mare.

Allo stesso tempo, altri due miliardi e mezzo serviranno per modernizzare quattro fregate Meko 200, che riceveranno sistemi elettronici simili a quelli delle nuove navi acquistate negli Stati Uniti. “La vendita accrescerà le capacità greche di contrastare le minacce presenti e future attraverso un deterrente navale in grado di proteggere gli interessi marittimi e le infrastrutture a sostegno della sua posizione strategica nel fianco Sud della Nato”, ha spiegato un comunicato del Dipartimento di Stato. Che aggiunge: “Il contratto non altera l’equilibrio militare nella regione”.

Resta da capire come Ankara reagirà all’annuncio. In queste settimane la Casa Bianca ha cercato di ridurre gli attriti con la Turchia, riaprendo la discussione per le forniture di sistemi militari. Ma il potenziamento della marina greca, che così in pochi anni potrebbe disporre di ben sette fregate moderne, non può non impensierire gli ammiragli di Erdogan, impegnati in una competizione navale per il controllo delle concessioni petrolifere nelle acque tra Cipro e Creta. C’è un’altra nazione che potrebbe contestare l’accordo tra Atene e Washington: la Francia. A settembre Parigi aveva firmato un’intesa per la vendita alla Grecia di tre fregate complete di tutti i sistemi d’arma. Il valore ipotizzato sfiorava i 4 miliardi di euro e questa decisione era stata interpretata come la sconfitta della proposta Lockheed a vantaggio dei francesi. Non solo. L’annuncio del contratto era stato anche letto come la replica di Macron al celebre “scippo” dei sottomarini australiani. La Casa Bianca infatti è riuscita a far annullare il progetto miliardario per la costruzione di una squadriglia di sottomarini convenzionali “made in France” proponendo all’Australia la consegna di molto più potenti battelli a propulsione nucleare, da realizzare insieme alla Gran Bretagna. Un danno miliardario che aveva irritato l’Eliseo e portato ai livelli minimi i rapporti tra Parigi e Washington. Ora la stessa crisi si ripeterà nel Mediterraneo? Oppure Atene intende confermare entrambe le forniture? Sembra difficile che le casse statali greche possano sostenere la spesa di ben 13 miliardi di euro in pochi anni per lo shopping di navi da guerra, mentre l’economia è ancora sotto i colpi dell’ondata di Covid che sta infierendo sul turismo e sulle altre risorse nazionali.



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