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Negrar di Valpolicella, la villa dei mosaici tra le vigne di Amarone: “Sarà un parco archeologico”

Nel maggio scorso, le foto dei mosaici colorati che sbucavano sotto un metro e mezzo di terra e le vigne di amarone, hanno fatto il giro del mondo tanto erano sorprendenti. Ma ora che si è cominciato a portare i mosaici interamente alla luce, la meraviglia è ancora maggiore. Sono metri e metri quadri di tessere coloratissime che decoravano i pavimenti di una villa romana veramente grande e lussuosa.

La “Villa dei mosaici”- come la chiamano tutti oramai – di Negrar di Valpolicella, nel cuore della zona vitivinicola veronese. Una villa del terzo secolo d.C., così grande che non se ne conosce ancora l’estensione. “Un vero miracolo – come ha detto il Sovrintendente delle province di Verona, Rovigo e Vicenza durante la conferenza stampa odierna – che può rivaleggiare con gli splendori romani del centro e sud Italia”. E una cosa è certa: si scaverà a oltranza fino a portarla tutta alla luce, e si conta poi di realizzare uno splendido parco archeologico tra le vigne. Il Ministro della cultura Dario Franceschini, intervenuto alla conferenza odierna, ha assicurato l’impegno del Ministero in tal senso.

Quella della Villa dei mosaici è una storia bellissima e curiosa che risale addirittura al 1887, quando in zona si videro affiorare mattoni e intonaci antichi, e dai saggi di scavo emersero, tra l’altro, tre mosaici figurati molto pregiati. Ma non si andò oltre e si portò il tutto al Museo archeologico di Verona. Nel 1922, però, piogge incessanti causarono uno smottamento che rivelò la presenza di altri mosaici. Così si fece uno scavo vero e proprio che, diretto dall’archeologa Tina Campanile, mise in luce un’ampia porzione del settore residenziale della villa: una grande sala rettangolare affiancata da altri ambienti, e un ampio portico colonnato forse aperto su un giardino. Tutti pavimentati con mosaici pregiatissimi e in ottimo stato di conservazione. Ma anche questa volta fu tutto reinterrato, e col tempo si perse anche la conoscenza dell’ubicazione esatta della villa. Campanile aveva documentato tutto con precisione estrema con diari di scavo, disegni e belle fotografie, ma purtroppo non aveva collocato la villa in nessuna mappa.

C’era però il nome della località, “Villa”, a conservare il ricordo. E nel 1975 ci fu un ulteriore rinvenimento casuale di mosaici, durante la costruzione dell’abitazione dei proprietari del terreno, in quello che ora sappiamo essere l’ingresso della villa antica, il vestibulum. Ma neppure allora si continuò a scavare. E col tempo quella villa antica e favolosa divenne come l’araba fenice.

Un tormento per Gianni De Zuccato, archeologo responsabile di zona per la Soprintendenza. Specie quando è venuto a sapere della realizzazione di una cantina sotterranea nelle vicinanze, che lo ha fatto temere per l’integrità dei resti antichi. Così ha ottenuto l’appoggio entusiasta del sindaco Roberto Grison deciso, per parte sua, a invertire la rotta dell’urbanizzazione selvaggia della zona. E nel 2018 De Zuccato è riuscito a riprendere le indagini: con prospezioni geofisiche ha individuato anche altre strutture pertinenti al settore “di servizio”, la pars rustica e fructuaria della villa. Ma solo l’estate scorsa ha colpito nel segno, trovando finalmente i mosaici proprio tra i filari di vigne.

La vendemmia 2020, però, era alle porte, e si è dovuto reinterrare tutto per l’ennesima volta. Ma ora l’opera non è stata abbandonata. Comune e Ministero sono determinati, e ancor di più lo sono le aziende agricole La Villa di Benedetti e Franchini srl, che hanno acquistato il terreno dai due proprietari, lo hanno messo a disposizione, e ora stanno anche cofinanziando la campagna di scavo assieme al Ministero e al Bacino imbrifero montano dell’Adige. “Un vero modello di accordo pubblico-privato per la cultura” come ha affermato il ministro Franceschini. E nello scavo sono stati coinvolti anche gli archeologi dell’Università di Verona diretti da Patrizia Basso. La posizione della villa è splendida, su un’altura che domina i vigneti tutt’intorno. Quando sarà tutta portata alla luce, sarà veramente spettacolare. Speriamo che la determinazione di tutti continui e il parco archeologico delle meraviglie possa presto vedere la luce.



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