Nei comizi elettorali, gli slogan degli 007 del Cremlino

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“C’è il rischio che le armi consegnate a Kiev finiscano in mano ai terroristi”. Oppure: “Sarebbe meglio usare quei soldi per risolvere i nostri problemi invece che armare l’Ucraina”. Sono slogan che si sono sentiti spesso nel nostro Paese, anche in campagna elettorale. Li hanno pronunciati politici e attivisti. Alcuni sicuramente in buona fede; altri un forse un po’ meno sinceri. E sulla posizione di questi ultimi adesso è stata pubblicata un’analisi allarmante. Si tratta di un saggio diffuso venerdì dal Rusi, il think tank della Difesa britannica. Che Londra abbia una posizione assai determinata nel condannare l’invasione russa e sostenere la resistenza ucraina è cosa nota. Ma Jack Waitling, l’autore del testo, ha dimostrato nell’ultimo anno una capacità unica nell’esaminare le iniziative militari e soprattutto quelle dei servizi segreti di Mosca.

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Una sovrapposizione di servizi

Waitling passa in rassegna come l’attività degli 007 si sia trasformata per affrontare gli sviluppi del conflitto. I tre apparati sulla carta hanno compiti diversi: l’Fsb, erede del vecchio Kgb, dovrebbe concentrarsi sulla sicurezza interna; il Gru si occupa di questioni militari mentre l’Svr ha la competenza sull’intelligence estera. Da anni però si sovrappongono quando si tratta di agire fuori dai confini nazionali, facendo a gara per assecondare le priorità indicate dal Cremlino e guadagnare meriti agli occhi di Vladimir Putin.

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Occidente come punto di vulnerabilità 

Per questo adesso tutta la potenza spionistica è stata convertita a un’unica missione. “Nell’attuale situazione, in cui la Russia sta venendo militarmente sconfitta in Ucraina ma Kiev dipende completamente dagli aiuti occidentali, Mosca guarda l’Occidente come il punto di vulnerabilità. La guerra economica sta venendo utilizzata per creare difficoltà, ma in questo contesto è chiaro che ci sono alcuni messaggi chiave che i russi tentano di diffondere tra le élite occidentali con misure attive”. In pratica, l’impegno degli 007 è di sfruttare tutti i loro metodi di influenza, dalla corruzione al ricatto fino alla disinformazione, per imporre alcuni slogan nel dibattito politico della Ue e degli Usa. L’analisi del Rusi ne evidenzia quattro. I più diffusi sono: “Sarebbe meglio usare quei soldi per risolvere i nostri problemi invece che armare l’Ucraina” e “C’è il rischio che le armi consegnate a Kiev finiscano in mano ai terroristi”. Ma anche: “La guerra in Ucraina ci costringe a un impegno che non finirà e non può portare a una soluzione”. E infine: “Armare l’Ucraina indebolisce l’Occidente e soprattutto la capacità americana di affrontare la Cina”. 

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L’argomento cinese

Quest’ultimo tema è molto caro a una parte della destra Usa; gli altri si sono sentiti nella nostra campagna elettorale, ad esempio nei comizi di Giuseppe Conte e di Matteo Salvini ma anche a sinistra in quelli di Nicola Fratoianni. Secondo il think tank, rischiano così di assecondare il Grande Gioco del Cremlino. Perché queste parole d’ordine “rappresentano le linee di spinta che possono essere sostenute per portare avanti la strategia russa per la vittoria, che prevede il collasso del sostegno occidentale a Kiev durante l’inverno. È importante che venga chiarito che questi argomenti sono in gran parte falsi o costituiscano false dicotomie”, ossia contrapposizioni che finiscono per oscurare la realtà della situazione. Quella cioè di una nazione che è stata invasa e trasformata in campo di battaglia dalla volontà di Putin. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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