Nel teatro artisti e tecnici dello spettacolo in fila per ricevere un pacco di aiuti alimentari: “Siamo una comunità, superiamo la vergogna”

Pubblicità
Pubblicità

Il teatro è la loro casa, la ragione per cui un giorno tutto si è messo in moto, un sogno, una meta, uno stare, e un darsi. I lavoratori dello spettacolo a teatro ci vanno per montare le scene, fare le luci, rendere perfetto il suono, trepidare dietro le quinte, tornarvi dopo l’applauso, e per dialogare con il pubblico, nel foyer. Il foyer, quello del Kismet di Bari, da oggi è pieno di pacchi, derrate alimentari, buste di olio, latte, pasta, scatolette, conserve di pomodori. Comincia, infatti, una distribuzione di cibo, di sostegno immediato, alimentare, ai lavoratori dello spettacolo dal vivo, e insieme la collaborazione tra Tric – Teatri di Bari e Banco delle opere di carità del capoluogo, che si occupa di far fronte alle prime necessità di chi è in difficoltà attraverso parrocchie e mense, grazie al programma comunitario Fead, il Fondo di aiuti europei agli indigenti.

Ed è indubitabile che chi lavora nel mondo dello spettacolo dal vivo si trova in una situazione di estrema difficoltà, travolto dalla pandemia che ha chiuso tutto, luoghi e progetti, con un blocco totale, perdurante. Allora, per “garantire sostegno alla comunità sfibrata del mondo del teatro, della musica, del cinema, della televisione e dello spettacolo viaggiante”, il Kismet da oggi apre le proprie porte.

“Abbiamo avuto questa idea, perché riteniamo che in un teatro sia più facile liberarsi dallo stigma: si viene qui, si scambiano due chiacchiere, magari dopo aver fatto le prove o discusso di un progetto, e poi, andando via, si prende il proprio pacco, con maggiore serenità, perché questo è il proprio ambiente. Siamo profondamente convinti, così come lo erano Strehler e Grassi, che il teatro debba essere come la centrale del latte, come un’agorà, pensare ai fabbisogni della popolazione, curare lo spirito come il corpo, per questo abbiamo messo a disposizione il nostro anche come hub vaccinale”, ricorda il presidente del Tric-Teatri di Bari Augusto Masiello.

Oggi sono in 14, che fanno capo a 50 nuclei familiari, ma sono già in 100 ad aver fatto arrivare la propria adesione al Banco, una buona parte è composta dal popolo dello spettacolo viaggiante, giostrai, circensi, artisti di strada, ma le prossime settimane arriveranno anche attori, tecnici, musicisti. Questa prima giornata serve soprattutto a far circolare la voce, ad attivare il passaparola, a rendere tutto più facile.

“Negli ultimi dodici mesi – racconta il presidente dell’associazione Banco delle opere di carità Marco Tribuzio – abbiamo chiaramente intercettato una nuova fascia di povertà, lavoratori che provano vergogna a chiedere, non sono abituati a rivolgersi alle parrocchie e che, per il momento, risolvono con l’aiuto delle proprie famiglie, non avendo altre tutele. Per questo abbiamo pensato che il teatro fosse il luogo a loro più consono, dove non sentirsi a disagio”.

“È gente – continua Masiello, oggi a presidiare la prima distribuzione nel suo teatro – che spesso non ha in tasca 10 euro per mettere la benzina, quando ne aspetta 10 mila per lavori già svolti: siamo un settore che vive sui pagherò, e tantissimi si trovano in condizioni difficilissime, anche artisti che non ti aspetti. Molti stanno pensando di cambiare mestiere, alcuni lo hanno già fatto, ma neanche reinventarsi è semplice di questi tempi”. Intanto, i pacchi sono pronti per essere consegnati nel foyer, “e c’è stata la corsa di tutti ad aiutare volontariamente, tante offerte ci stanno arrivando: siamo una comunità di popolo che si rimbocca le maniche. E credo anche l’unico teatro che in questo momento in Italia a fare questo”. All’iniziativa hanno aderito i sindacati delle varie categorie dei lavoratori: Slc Cgil Puglia, Fistel Cisl Puglia, Uilcom/Uil Puglia e Agis di Puglia e Basilicata.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *